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Assenteismo, corruzione e gare truccate all'Asl di Caserta: in 12 ai domiciliari

Campania

Tra i 79 indagati anche il presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero. Secondo le indagini tra imprenditori interessati ad ottenere appalti e i funzionari dell'Asl di Caserta, in particolare del Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), c'era uno scambio continuo, di denaro ma anche di regali costosi alle mogli dei funzionari

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Dodici persone, tra funzionari, dipendenti e imprenditori, sono state messe agli arresti domiciliari su ordine del Gip del tribunale di Napoli Nord oggi nel corso di una maxi indagine focalizzata sull'Asl di Caserta. L'operazione del Nas di Caserta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord e denominata "Penelope" ha consentito di fare luce su numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d'appalto truccate. Ad altri sei sono state notificate misure interdittive, mentre sono 79 gli indagati. Effettuato inoltre un sequestro per oltre 1,5 milioni di euro. 

La stessa indagine, nel novembre scorso, ha portato alla sospensione di 22 "furbetti del cartellino", tra cui dirigenti in servizio al distretto ASL di Aversa. 

Gli indagati

Tra gli indagati il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, a cui viene contestato il reato di traffico influenze in relazione a un episodio e che in una nota su Facebook ribadisce "piena fiducia nella Magistratura. Sono a completa disposizione per chiarire al più presto la mia estraneità ai fatti".

Tra gli arrestati l'ex direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Aversa (Caserta) Luigi Carrizzone, figura centrale dell'indagine che gestiva come socio di fatto due strutture private per malati psichici in cui finivano i pazienti che curava come funzionario medico dell'Asl, grazie alla complicità di alcuni colleghi; tra questi ultimi sono finiti ai domiciliari lo psichiatra dell'Asl Nicola Bonacci e il dipendente Antonio Stabile.

Arrestati anche alcuni imprenditori con l'accusa di aver siglato accordi corruttivi con i funzionari Asl: in manette Michele Schiavone, di Sessa Aurunca, titolare di Rsa e centri per la riabilitazione psichiatrica, padre di Massimo, ex presidente del consiglio comunale di Sessa Aurunca. C'è poi Cuono Puzone, presidente della Misericordia di Caivano (Napoli), associazione privata che effettua il servizio di emergenza 118 nel Casertano; Puzone è accusato di aver pagato tangenti ai funzionari del Dsm per avere alcuni appalti relativi al trasporto dei malati psichici. Arresti domiciliari anche per due imprenditori edili che effettuavano lavori per l'Asl, ovvero Alberto Marino di Casaluce e Antonio Papa di Marano di Napoli, e per un commercialista di Teverola, Antonio Scarpa. 

Dirigente arrestato rimosso nel 2020

Carrizzone, ex direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl di Caserta, era già stato rimosso dall'incarico nel gennaio 2020 dalla direzione generale dell'Asl, guidata dal manager Ferdinando Russo. La stessa azienda sanitaria casertana aveva inviato più segnalazioni alla Procura di Napoli Nord, che ha sede ad Aversa così come il Dipartimento di Salute Mentale (Dsm) dell'Asl. Le segnalazioni erano relative all'invio continuo di pazienti in carico al Dsm, di cui allora era responsabile proprio Carrizzone, in strutture private convenzionate. Si trattava di comportamenti sospetti che incidevano sulle casse dell'Asl. Dopo le denunce inviate in Procura, il manager Asl Russo ha revocato, il 2 gennaio 2020, l'incarico a Carrizzone, che pochi giorni dopo ha chiesto il pensionamento. L'Asl non si è limitata a rimuovere Carrizzone, ma ha anche disposto la turnazione dei funzionari nel Dsm, collaborando poi fattivamente alle indagini. 

Le accuse

Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali sono emerse, secondo gli inquirenti, numerose pratiche scorrette come l'affidamento a poche ditte compiacenti dei lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), in cambio di somme di danaro e regali vari; scoperta anche una serie di falsi ed abusi in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche, che venivano affidati a strutture esterne convenzionate senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l'onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell'Asl di Caserta. I servizi di trasporto in emergenza (118), secondo l'accusa, venivano affidati ad un'associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell'Asl regali e altri vantaggi, come l'assunzione di propri familiari.

Sono stati poi riscontrati episodi di corruzione dei gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell'affidamento diretto dei pazienti e dell'omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro e altre utilità ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici. È emersa infine la gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell'Asl, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell'Asl (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari. 

Secondo le indagini tra imprenditori interessati ad avere appalti e i funzionari dell'Asl di Caserta, in particolare del Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), c'era uno scambio continuo, di denaro ma anche di regali costosi alle mogli dei funzionari, come borse di Louis Vouitton. 

Fondi per "fasce deboli" spariti

E' anche emersa la sparizione dei fondi dei progetti finalizzati alla cura dei pazienti delle cosiddette "fasce deboli", mai attuati, che, secondo gli investigatori, sarebbero finiti nelle tasche dei dipendenti del Dipartimento di Salute Mentale. Il Nas ha anche scoperto un giro di affidamenti pilotato degli incarichi legali. Il mantenimento degli incarichi di vertice all'Asl avveniva mediante traffici di influenze illecite. Ed ancora: Procura di Napoli Nord e Nas di Caserta hanno accertato l'acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell'Asl, e l'illecito allontanamento dal servizio da parte di alcuni dipendenti Asl, che dovevano svolgere faccende personali e familiari.

Lavori per la villa in stile "Scarface"

Figura anche la villa confiscata a Walter Schiavone, fratello del boss Francesco Schiavone, detto "Sandokan", edificata in maniera che somigliasse a quella del film "Scarface" con Al Pacino, nella lista dei beni per i quali sarebbero stati eseguiti lavori in cambio di tangenti. La tecnica utilizzata era quella di spacchettare i fondi, per centinaia di migliaia di euro, al fine di suddividerla in tanti lavori, di valore inferiore alla soglia comunitaria, per affidarli direttamente ad imprenditori in cambio di tangenti. La circostanza emerge dall'indagine della Procura. La villa in stile Toni Montana, gangster cubano del film di Brian De Palma, negli anni '90 era il simbolo del potere del clan dei Casalesi, poi fu confiscata dallo Stato per diventare monumento alla legalità ritrovata, e trasformata in un centro diurno di salute mentale dell'Asl. E proprio in tale nuova veste, è finita nelle pieghe dell'indagine sul Dipartimento di Salute Mentale (Dsm) dell'Asl di Caserta. Procura e Carabinieri del Nas hanno infatti scoperto che l'ex direttore del Dsm Luigi Carrizzone, con la complicità dei dipendenti Asl, avrebbero spacchettato un appalto da oltre 150mila euro in piccoli lavori sotto la soglia comunitaria di 40mila euro, in modo da affidarli direttamente, senza gara, agli imprenditori che pagavano le tangenti. Una modalità che ricorreva tutte le volte che il Dsm doveva appaltatrice lavori per le proprie strutture. All'indagine ha dato un contributo anche il consorzio pubblico Agrorinasce che nel Casertano amministra molti beni confiscati alla criminalità organizzata tra i quali anche Villa "Scarface".

Nell'inchiesta anche abusi sessuali ai danni di una paziente psichiatrica

Dall'inchiesta emergono anche degli abusi sessuali ai danni di una paziente psichiatrica. L'episodio, riportato dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Napoli Nord Maria Gabriella Iagulli, riguarda l'ex dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl di Caserta, oggi in quiescenza, arrestato dal Nas. Gli investigatori vengono a conoscenza del fatto, accaduto nello studio privato del professionista, attraverso l'intercettazione telefonica di una conversazione tra il dottore e la paziente, risalente al 28 settembre 2019. "Le espressioni utilizzate - scrive il gip - non lasciano spazio a dubbi sulle attenzioni che ha rivolto alla sua paziente durante una sua 'ebrezza sessuale'". Il funzionario chiama la donna per invitarla a non riferire quanto accaduto per evitare che lo venisse a sapere una sua amante. Il giudice, malgrado la donna si mostri consenziente, accoglie l'ipotesi di reato di violenza sessuale in quanto la paziente, a causa del suo stato, è "un soggetto certamente debole, facilmente condizionabile e ovviamente non libero nel proprio consenso".