Si confessa e restituisce oltre 200 monete antiche rubate al Parco di Paestum

Campania

Si tratta di 208 reperti numismatici di cui sette falsi. Tra gli originali, cinque sono in argento

Preso dal rimorso, si è confessato con il sacerdote e, attraverso il religioso, ha riconsegnato oltre 200 monete antiche rubate al Parco Archeologico di Paestum (Salerno). Lo riferisce lo stesso ente, sottolineando che si tratta dell'ultima di una serie di restituzioni da parte di persone che hanno deciso di riconsegnare il maltolto.

Le monete rubate

"Tra le monete si distinguono due insiemi piuttosto omogenei - spiega il professor Federico Carbone, numismatico dell'università di Salerno -: il primo è rappresentato dai bronzi della zecca di Paestum (soprattutto esemplari dal III sec. a.C. e fino all’età augustea), il secondo è composto da follis e frazioni di follis compresi tra la metà e la fine del IV sec. a.C. Non mancano alcuni bronzetti di Poseidonia, di Velia e di media età imperiale. Soltanto un paio sono moderne. Un buon numero risulta illeggibile a causa dello scarso grado di conservazione. Inoltre, 45 esemplari potrebbero restituire maggiori informazioni a seguito di interventi di pulizia". Come ha rivelato una prima analisi dei materiali, tra gli originali antichi si nascondevano anche alcuni falsi realizzati in maniera più o meno professionale. "Di 208 reperti numismatici - osserva Carbone - 7 sono falsi, mentre dei 201 originali 5 sono in argento, una medaglietta è in alluminio e tutti gli altri sono in lega di rame. Inoltre, sono presenti 7 altri oggetti di vario materiale".

Per il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, "si tratta di una restituzione importante di materiali originali, misti con falsi, sottratti indebitamente e che ora vengono reinseriti in un contesto di legalità, ricerca e musealizzazione. Il nostro appello a chi dovesse nascondere reperti archeologici a casa è di seguire l'esempio e restituire, oltre agli oggetti, la storia che essi raccontano al nostro territorio".

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