L’iniziativa, organizzata dai sindacati di categoria e dalla Rsu della fabbrica di via Argine, punta a riportare all’attenzione la vertenza che vede protagonisti i lavoratori che dal 30 ottobre presidiano la fabbrica chiusa
Si è svolto quest'oggi il presidio promosso dai lavoratori della Whirlpool di Napoli davanti al consolato americano. L'iniziativa, organizzata dai sindacati di categoria e dalla Rsu della fabbrica di via Argine, punta a riportare all'attenzione la vertenza che vede protagonisti i lavoratori che dal 30 ottobre presidiano la fabbrica chiusa. Al termine della manifestazione, una delegazione di lavoratori e sindacalisti incontrerà i rappresentanti del consolato statunitense.
Cgil Napoli: "Lotta lavoratori non si può fermare"
"La lotta dei lavoratori della Whirlpool non si può fermare in questa fase drammatica per il Paese. Per questo è ancora più doloroso che l'azienda abbia voluto procedere alla chiusura dello stabilimento, nonostante il momento che stiamo vivendo, in un teritorio che è piegato dalla crisi". Lo ha detto Raffaele Paudice, della segretaria Cgil di Napoli, rispondendo alle domande dei cronisti. "Oggi i lavoratori sono qui - ha concluso Paudice - per dire che questa vertenza non si può fermare, ma deve andare avanti. Bisogna trovare una soluzione e far tornare la Whirlpool sui suoi passi".
"La vera novità - ha detto il segretario generale della Fiom Cgil di Napoli, Rosario Rappa - è che quando c'era Trump ci tenevano fuori dalla porta del consolato, adesso invece ci hanno fatto entrare dentro". "Abbiamo consegnato una lettera - ha precisato Rappa al termine del presidio - per ribadire la necessità di un intervento da fare sul governo americano sulla scorta dell'esplosione dei carichi di lavoro che si stanno registrando nel settore degli elettrodomestici. Ovviamente ci è stato detto che non è il governo che può decidere, ma apprezziamo l'impegno assunto dal consolato a trasferire all'ambasciata statunitense le nostre richieste". "In buona sostanza - ha aggiunto Rappa - stiamo facendo ciò che avrebbero dovuto fare il ministro degli Esteri ed il Presidente del Consiglio, ovvero un intervento politico, una iniziativa diplomatica sulla base del nuovo scenario produttivo che rende ancora più inaccettabile e paradossale la chiusura dello stabilimento partenopeo, anche alla luce dell'impatto che avrà il finanziamento di 48 miliardi annunciato dal ministro Patuanelli sull'industria 4.0".
Fim-Cisl: "Vertenza aperta da troppo tempo"
"La lettera che abbiamo consegnato al console americano spiega tutto il percorso che hanno fatto i lavoratori e le organizzazioni sindacali per difendere questo sito". È quanto ha affermato Biagio Trapani, segretario generale Fim Cisl di Napoli, nel corso dell'iniziativa promossa dai lavoratori Whirlpool di via Argine. "Auspichiamo che il cambio di guardia al governo americano - ha aggiunto Trapani - possa portare un giovamento anche alle politiche industriali della multinazionale. Aspettiamo risposte dal governo italiano, questa vertenza è aperta da troppo tempo, dobbiamo continuare con forza perché noi tuteleremo questi lavoratori e questo presidio di legalità. Chiudere una fabbrica a Napoli non è come chiuderla in altre parti d'Italia".
Uilm: "Abbiamo ribadito che accordi hanno un peso"
"Oggi i lavoratori di Whirlpool - commenta Ciro Cierro, segretario territoriale responsabile di settore della Uilm Campania - sono tornati a farsi sentire e vedere in un luogo simbolo per la vertenza. Abbiamo ribadito che gli accordi firmati in sede istituzionale dalle multinazionali hanno un peso e non possono essere disattesi come se non fosse successo nulla". "La delegazione - aggiunge Cierro - ha spiegato al Consolato che i lavoratori di Napoli auspicano che il nuovo corso della Presidenza Usa possa far valere una politica di distensione e di rispetto dei rapporti con l'Europa, in contrasto con quanto precedentemente richiesto anche alle aziende made in Usa".
Lettera e maglietta "Napoli non molla" a console americano
"Gentile Signora Avery, siamo di nuovo qui ad incontrarla per l'annosa vicenda della Whirlpool di Napoli. Come lei ben sa, dopo aver siglato un accordo con le organizzazioni sindacali ed il governo italiano, la multinazionale statunitense ha deciso di non rispettare gli accordi che prevedevano il rilancio dello stabilimento di Napoli e l'assegnazione della lavatrice top di gamma a questo stabilimento destinata al mercato mondiale, così da avere i volumi produttivi necessari a rendere lo stesso profittevole; in quanto nel 2005 era stata spostata una produzione di bassa gamma in paesi extraeuropei per ridurre i costi di vendita". È quanto si legge nella lettera firmata dai segretari di Fim Fiom e Uilm di Napoli, Biagio Trapani, Rosario Rappa e Antonio Accurso, consegnata oggi dalla delegazione di sindacalisti e operai ai responsabili del consolato americano. "Lo spostamento di volumi verso lo stabilimento di Napoli - prosegue la lettera non è mai avvenuto e a noi giungono informazioni che questo sia avvenuto per due fattori concomitanti: le pressioni dell'amministrazione Trump per "riportare negli Usa" gran parte delle produzioni; la contemporanea apertura di uno stabilimento in Cina che producesse lavatrici top di gamma. Da quel momento la direzione aziendale ha cominciato a fornire giustificazioni sempre meno precise e dettagliate su dove avrebbe allocato i prodotti che non realizzerà più a Napoli e sulle reali motivazioni delle perdite economiche del sito di Napoli. Spiegazioni, per inciso, che a noi risultano inverosimili". Siamo fiduciosi - concludono Biagio Trapani, Rosario Rappa e Antonio Accurso - che la nuova amministrazione che a breve si insedierà alla Casa Bianca possa favorire un'inversione di tendenza, che riporti i rapporti con l'Europa e l'Italia a quelle prassi di alleanza sia strategica che commerciale. Infine, in segno di cordiale endorsement verso la vertenza Le consegniamo la maglietta simbolo della lotta dei lavoratori di Napoli, con il nostro slogan "NAPOLI NON MOLLA" - "NAPOLI WAN'T GIVE UP" da consegnare al Presidente Biden perché tenga presente che i napoletani non dimenticano e non si arrenderanno facilmente".
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