Nuovo clan Partenio, 14 misure cautelari tra Avellino e Roma

Campania

Sequestrati inoltre beni per circa 4 milioni di euro. Dalle indagini è emerso che il clan, oltre agli interessi nei settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari, puntava a "influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino"

Maxi blitz tra le province di Avellino e Roma contro un sodalizio criminale composto da membri di spicco del "Nuovo Clan Partenio", l'organizzazione camorristica guidata dai fratelli Nicola e Pasquale Galdieri, originari di Mercogliano (Avellino) . All'operazione hanno preso parte circa 150 militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Avellino e della Guardia di Finanza di Napoli, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo partenopea. Eseguite 14 misure cautelari: otto persone sono finite in carcere mentre ad altre sei sono stati concessi i domiciliari. 

I sequestri

Disposto inoltre il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni di cinque società il cui patrimonio, composto da 59 fabbricati e 26 terreni, è stimato in quattro milioni di euro. Tra queste anche una struttura di assistenza socio-residenziale, una attività di ristorazione e altre società immobiliari e di consulenza amministrativa.

Le accuse

Gli indagati sono ritenuti indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico-mafioso, turbata libertà degli incanti, falso, truffa, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio. 

Dalle indagini è emerso che il Nuovo clan Partenio, oltre agli interessi nei settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari, puntava a "influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino allo scopo di accedere alla cabina di regia delle scelte operate dalla pubblica amministrazione in materia urbanistica ed edilizia".

I provvedimenti emessi dal Gip del Tribunale di Napoli riguardano anche Pasquale e Nicola Galdieri e Carlo Dello Russo, già detenuti in seguito all'inchiesta che il 14 ottobre dell'anno scorso portò all'arresto di 27 persone indagate, a vario titolo, nel filone delle aste giudiziarie truccate e al sequestro di beni per 1 milione e mezzo di euro.

Il secondo filone dell'inchiesta

Le indagini relative al nuovo filone d'inchiesta avrebbero accertato il legame tra i vertici del clan camorristico e i titolari di alcune società di intermediazione e professionisti del settore in relazione ai trasferimenti di immobili ceduti all'asta. In particolare, attraverso intimidazioni impedivano ai proprietari degli immobili di partecipare alle aste per poi rivenderli agli stessi ad un prezzo maggiorato. Il denaro finiva poi nelle casse di società intestate a prestanome. In questa seconda tranche dell'inchiesta sarebbe stato anche documentato lo scambio politico-mafioso tra il clan Galdieri e Damiano Genovese, figlio del boss Amedeo attualmente in carcere al 41 bis, eletto nel 2018 al consiglio comunale di Avellino nella lista della Lega. Secondo gli inquirenti, il clan lo avrebbe sostenuto in cambio della riassegnazione in gestione di un centro sportivo di proprietà del comune di Avellino. 

Il presunto scambio politico-mafioso

Ha ostacolato il libero esercizio del voto il "Nuovo Clan Partenio", procurando preferenze per Damiano Genovese, l'ex consigliere comunale e figlio del boss ergastolano al 41 bis Damiano, e per Sabino Morano, avvocato ed ex segretario provinciale della Lega, autosospeso e indagato dalla DDA di Napoli. La circostanza emerge dall'ordinanza con la quale il gip di Napoli Fabrizio Finamore ha disposto oggi 8 arresti in carcere, 6 ai domiciliari e anche il sequestro di 5 società

Il clan, secondo gli inquirenti, ha contaminato le elezioni amministrative tenutesi ad Avellino nel giugno del 2018. Morano, sempre secondo i pm, avrebbe accettato la promessa di procurargli i voti nelle elezioni comunali fatta dai capiclan Pasquale e Nicola Galdieri, anche attraverso Damiano Genovese. In cambio avrebbe dovuto soddisfare, scrive il gip, "non meglio specificate utilità e in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi e le esigenze del clan e dei suoi membri". Già in campagna elettorale, tra l'altro, ci sarebbe stato un impegno concreto - sostengono gli investigatori - in merito a un centro pugilistico gestito dalla camorra in una scuola del capoluogo irpino. Tra i destinatari delle misure cautelari figurano anche l'imprenditrice Livia Forte, per i carabinieri di Avellino in stretti contatti con il clan (le viene contestata l'associazione di stampo mafioso) la quale, insieme al fratello Modestino (anche per lui, come per la sorella, è stato disposto il carcere) assoggettavano alle volontà della camorra le loro vittime, i proprietari degli immobili messi all'asta, approfittando del loro stato di necessità. Livia e Modestino Forte, insieme con Armando Pompeo Aprile (anche per lui il gip ha disposto il carcere), soprannominati "i tre-tre", sono personaggi molto noti ad Avellino. Partecipavano alle attività criminose connesse alla gestione delle aste immobiliari, principalmente quelle incardinate nel Tribunale di Avellino, utilizzando anche violenze e minacce per intimidire i partecipanti a vantaggio loro e del clan.

Minacce alla stampa

Intanto la Federazione nazionale della stampa e il Sindacato unitario giornalisti Campania hanno espresso solidarietà alle redazioni di Avellino del Mattino e dell'emittente Irpinia tv "per i gravi attacchi mossi dal sindaco Gianluca Festa nei confronti dei colleghi e, nel caso del giornale, anche del responsabile della redazione. La sola 'colpa' dei colleghi - si sottolinea in una nota - è di aver realizzato più servizi giornalistici sulla mancata costituzione di parte civile nel processo contro il nuovo clan Partenio da parte del Comune di Avellino. Nella stessa diretta Facebook di ieri sera nel corso della quale il primo cittadino del capoluogo ha indossato i panni del novello censore delle attività della stampa locale, senza ovviamente contradditorio, Festa ha poi fatto dietrofront sulla costituzione di parte civile ed ha annunciato querele", sostiene la nota di Fnsi e Sindacato giornalisti Campania. "Ad Avellino si respira un clima pesante, di pressioni e intimidazioni nei confronti dei giornalisti, troppo spesso vessati con querele temerarie, che vanno contrastate con forza. La Fnsi e il Sugc invitano i colleghi ad andare avanti e li affiancheranno in ogni sede", conclude la nota. 

Anche l'Ordine dei giornalisti della Campania, nel cui albo pubblicisti è iscritto il sindaco Festa, ha espresso solidarietà ai colleghi: "Sappia il sindaco che gli attacchi al lavoro dei colleghi non passeranno sotto silenzio", si legge in una nota.

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