Il testo è stato ritenuto un inno alla camorra e a un boss, nel frattempo deceduto, del clan Birra Iacomino. La pena in primo grado prevista dal tribunale cittadino per il cantante è di un anno e 4 mesi
La sua canzone è stata considerata una istigazione a delinquere un inno alla camorra e ad un boss, nel frattempo deceduto, del clan Birra Iacomino. Per questo motivo, come scrive oggi il quotidiano Il Mattino, il cantante neomelodico Nello Liberti è stato condannato in primo grado ad un anno e quattro mesi dal tribunale di Napoli.
La canzone
Il brano, intitolato "O capoclan", è stato composto nel 2004. Un testo in cui si raccontava che il capoclan era un uomo serio e dalle decisioni giuste, che non sbaglia e che non poteva essere lontano dalla famiglia e dalla libertà "con i guagliun" che stanno fuori ad aspettarlo. Nel videoclip, mandato in onda sia da alcuni emittenti locali che sulla rete, si rappresentavano gli spostamenti di un boss latitante. Ma nella clip, in veste di attori, sarebbero stati reclutati anche alcune presunti affiliati del clan Birra-Iacomino, che per anni è stato egemone in alcuni Comuni della zona vesuviana.