Traffico di stupefacenti, 26 indagati tra Campania e Toscana

Campania

I provvedimenti cautelari sono in corso di esecuzione nelle province di Salerno, Avellino e Firenze da parte dei carabinieri di Salerno, con il supporto del settimo nucleo Elicotteri di Pontecagnano e del Nucleo Cinofili di Sarno

I carabinieri di Salerno, con il supporto del settimo nucleo Elicotteri di Pontecagnano e del nucleo Cinofili di Sarno, hanno eseguito nelle province di Salerno, Avellino e Firenze un provvedimento cautelare nei confronti di 26 persone (11 in carcere, 9 agli arresti domiciliari e 6 con obbligo di dimora). Le accuse sono a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del metodo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di arma, sostituzione di persona, uso di atto falso, falsità ideologica, favoreggiamento personale, ricettazione, minaccia e danneggiamento seguito da incendi.

La ricostruzione degli inquirenti

Sfruttando un canale di rifornimento privilegiato con l'Albania e l'Olanda riuscivano a inondare di droga le province di Salerno ed Avellino. La base operativa del gruppo era ad Acerno (Salerno), paese di 2700 abitanti dove "avevano creato una enclave da cui si muovevano e da cui svolgevano tutte le attività criminose che si espandevano nella provincia salernitana e in quella avellinese", ha spiegato il comandante Gianluca Trombetti. "I rifornitori erano sodali sia italiani che stranieri che hanno portato nella provincia salernitana grossissimi quantità di stupefacenti. Gli irpini erano dei gregari che fornivano un contributo in termini organizzativi all'associazione presente in Acerno e zone limitrofe. I capi erano autoctoni, persone di Acerno. Alimentavano il mercato della droga nell'Avellinese".

L'inchiesta

Le indagini sono partite nel giugno di tre anni fa e sono state coordinate dalla Dda di Salerno. L'attività è risultata particolarmente complessa poiché molti degli indagati, per eludere i controlli, hanno fatto ricorso all'intestazione fittizia di schede telefoniche a persone ignare (circa 15) e all'utilizzo di smartphone di difficile intercettazione. L'associazione, sfruttando i canali di rifornimento esteri, aveva una notevole disponibilità di cocaina, hashish, amnèsia e marijuana. Basti pensare che nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa due chili di cocaina. La compagine criminale gravitava attorno ad A.C. e S.D.L., manager del gruppo che più volte ha agito con metodi mafiosi sul territorio di Acerno: minacce, auto in fiamme e atteggiamenti aggressivi per imporre il loro predominio e allontanare organizzazioni rivali. Come quando alcuni componenti dell'associazione esplosero dei colpi di pistola verso un cavallo per indurre il proprietario a cessare le attività di spaccio concorrenziali. Contrapposizioni che, in alcuni frangenti, hanno reso necessaria la mediazione anche da parte di esponenti criminali della provincia - tra cui il salernitano C.P. - per giungere a una pacifica risoluzione del problema.

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