Indagine su pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, tensioni carabinieri-agenti

Campania

Gli indagati sarebbero 44, tra i reati figurerebbe anche quello di tortura. Alcuni agenti della polizia penitenziaria sono saliti su un tetto per protestare contro le modalità di notifica degli avvisi di garanzia

La polizia giudiziaria ha notificato 44 avvisi di garanzia a carico di agenti penitenziari in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), su ordine della locale Procura, nell'ambito di un'indagine su presunti pestaggi avvenuti il 6 aprile scorso a seguito di una protesta scoppiata nel carcere durante l’emergenza sanitaria e denunciati dai familiari dei detenuti. La Procura guidata da Maria Antonietta Troncone contesta i reati di tortura, violenza privata, abuso di autorità. Tra i poliziotti raggiunti dall'avviso di garanzia, anche il Comandante della Penitenziaria Gaetano Manganelli. Durante l'operazione i carabinieri hanno sequestrato i cellulari agli agenti indagati.

La protesta degli agenti penitenziari

A causa dell’operazione si sono registrati momenti di tensione tra carabinieri (polizia giudiziaria) e agenti penitenziari, che contestano le modalità di notifica degli atti. In carcere si sono recati i vertici della Procura di Santa Maria Capua Vetere, tra cui il procuratore aggiunto Alessandro Milita con due sostituti. Alcuni agenti della polizia penitenziaria sono saliti su un tetto per protesta, altri hanno lasciato il servizio dandosi malati. 

"Io ho regole da far rispettare e i detenuti le devono rispettare. Ma si è perso pure questo. Io non rappresento più la legalità", ha detto uno degli agenti saliti sul tetto rivolgendosi al Procuratore aggiunto Alessandro Milita. Un video documenta le fasi della trattativa con il magistrato che cerca di convincerlo a scendere. "Se devo dare il sangue ad un detenuto che ne ha bisogno lo faccio", ha urlato l'agente mentre Milita, ex pm anticamorra, provava a convincerlo a scendere.

Pg di Napoli chiede una relazione sulla notifica dei provvedimenti

Intanto il Procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, ha chiesto una dettagliata e sollecita relazione al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e ai vertici regionali dell'Arma dei Carabinieri al fine di accertare - si legge in una nota - ogni dettaglio dell'operazione e la veridicità, o meno, di quanto riferito dalla stampa e denunciato da alcuni esponenti sindacali della Polizia Penitenziaria sulla correttezza del 'modus procedendi'.

Dap: "Fiducia nei giudici e rispetto per gli agenti"

"I fatti di oggi - afferma in una nota il Dap - vanno considerati col massimo rispetto verso l'operato della magistratura cui competono compiti e funzioni di accertamento dei reati. Il Dap è certo che si farà massima chiarezza in tempi brevi e intende rivolgere un rispettoso riconoscimento al Corpo della Polizia Penitenziaria e a ogni singolo operatore che in esso e per esso svolge quotidianamente, con convinzione, dedizione e sacrificio, un compito non facile e al servizio del Paese".
"Compito - prosegue il Dap - reso a volte più arduo dalle complesse dinamiche della vita carceraria, ma per il quale la Polizia Penitenziaria si spende senza tentennamenti né indugi per il prezioso bene della sicurezza interna degli istituti penitenziari e per la sicurezza e la serenità dei cittadini". "A tutti gli operatori del Corpo che ogni giorno svolgono il proprio dovere con professionalità e spirito di sacrificio va la vicinanza dell'intera Amministrazione", sottolinea ancora la nota, aggiungendo che il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria "ha seguito e segue con grande attenzione quanto accaduto" e i suoi vertici "sono costantemente aggiornati sulla situazione dal Provveditore della Campania, Antonio Fullone".

Le parole di una testimone

"Sono arrivata alle 7 e c'erano parecchi carabinieri che fermavano le auto in arrivo al carcere; io sono stata fermata e mi hanno fatto passare, mentre gli agenti li trattenevano per identificarli". Lo ha detto all'ANSA la moglie di un detenuto, D. A., una delle persone che ha denunciato le presunte violenze della Penitenziaria su cui si concentra l’indagine. La donna stamattina era in fila per entrare nell'istituto di pena e racconta quanto ha visto: "Gli altri agenti della Penitenziaria che erano già dentro sono stati fatti uscire e c'è stata tensione".

"Eccessiva spettacolarizzazione"

"Perché questa eccessiva spettacolarizzazione?". A chiederselo è l'assistente capo della Penitenziaria, in servizio a Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Napoleone. "Bastava andare a casa dei poliziotti, anche per una questione di rispetto tra Corpi dello Stato" prosegue Napoleone. "Quel maledetto sei aprile - aggiunge - noi cercammo solo di riportare la calma tra i detenuti. Ed ora ci ritroviamo indagati mentre nessun detenuto ha pagato nulla, neanche un danno; eppure abbiamo avuto danni per centinaia di migliaia di euro. Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo trattati male". "Noi lavoriamo già in condizioni di estrema precarietà e facciamo molti sacrifici per mantenere legalità e ordine", conclude l'ispettore, "siamo molto arrabbiati".

Il sindacato Uspp: "Modalità sconvolgenti"

"Riteniamo sconvolgenti le modalità con le quali i carabinieri stanno eseguendo questa legittima operazione dell'autorità giudiziaria, un'attività che poteva essere portata a termine diversamente: se l'obiettivo era di mettere alla gogna la Polizia Penitenziaria, noi non ci stiamo". Lo sottolinea, all'Ansa, il presidente del sindacato Uspp, Giuseppe Moretti, reduce da un incontro con il vice capo del Dap RobertoTartaglia, "che si è subito attivato per verificare quanto sta accadendo". "Sottolineo che - spiega Moretti - la vicenda sembra sia nata da dichiarazioni rese da detenuti al garante, parole che sono tutte da dimostrare. La legge sulle torture mette alla gogna il personale di polizia penitenziaria senza stabilire quali siano i limiti operativi. A Santa Maria, secondo quanto ci risulta, è stata fatta un'operazione di polizia di carattere straordinario, con l'utilizzo anche di forze esterne, a causa di sospetti riguardo la presenza in carcere di una situazione di sicurezza incontrollabile. Gli agenti sono intervenuti a tutela della sicurezza e quando accaduto oggi a Santa Maria - ribadisce Moretti - è di una gravità inaudita che non ha precedenti. Fermo restante che siamo fiduciosi nella magistratura ma censuriamo il comportamento della polizia giudiziaria, che poteva ottenere gli stessi risultati con altre modalità". 

Fp Cgil Polizia Penitenziaria e Fp Cgil Campania: "Situazione fuori controllo"

"Situazione fuori controllo quella del carcere di Santa Maria Capua Vetere, la cui responsabilità è in capo alla direzione del carcere. L'amministrazione è responsabile della sicurezza e dell'incolumità del personale e dei detenuti. Non c'è stata alcuna gestione delle rivolte, i lavoratori sono stati lasciati soli". Questa la denuncia della Fp Cgil Polizia Penitenziaria e della Fp Cgil Campania: "La Magistratura deve assolutamente procedere e accertare i fatti. Ma ancora una volta ci troviamo a dover sottolineare come il personale di polizia penitenziaria sia stato lasciato solo ad affrontare una situazione critica e pericolosa, senza alcuna guida. L'amministrazione non ha saputo gestire la situazione, nel momento in cui era necessario riportare la calma nell'istituto. Se avesse lavorato bene, questo non sarebbe successo. Ad alimentare le tensioni e l'esasperazione del personale già provato e stressato da una condizione lavorativa precaria, si aggiunge una modalità di controllo dello stesso che poteva essere senza dubbio più discreta e meno appariscente ma ugualmente efficace".

Garante detenuti Campania: "Stretto riserbo sull'inchiesta in corso"

"Intendo mantenere il più stretto riserbo sull'inchiesta in corso. Per quanto mi riguarda posso dire che abbiamo lavorato con massima scrupolosità e nel rispetto della nostra funzione di tutela e garanzia, segnalando alla magistratura episodi e denunce su cui è necessario, a garanzia di tutti, che si faccia chiarezza. Ciò nell'ambito del ruolo istituzionale che ricopro che mi impone di svolgere con terzietà e imparzialità la mia funzione di Garante delle persone ristrette". Lo scrive, in una nota, il Garante dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello. "Chi ha operato correttamente non ha nulla da temere, allo stesso tempo le carceri non devono essere luoghi oscuri sottratti al controllo della giustizia. Spetta alla magistratura, del cui lavoro abbiamo pieno rispetto, verificare fatti e responsabilità. Più volte ho manifestato apprezzamento per il lavoro svolto dagli agenti di polizia penitenziaria e non ritengo che siano venuti meno gli elementi su cui ho da sempre fondato il mio giudizio. Nell'interesse di tutti esprimo la mia fiducia nell'operato della Magistratura e confido nell'accertamento della verità, condizione essenziale per il rafforzamento della giustizia".

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