I cellulari, otto micro telefoni e uno smartphone, erano nascosti in alcune buste di tabacco. Oltre ai telefoni, gli agenti della polizia penitenziaria hanno anche trovato caricabatterie e cavetti usb
Un prete, P.M., che stamattina si è recato nel carcere casertano di Carinola per la messa domenicale riservata ai detenuti, è stato sorpreso dalla Polizia Penitenziaria in possesso di nove cellulari. Secondo quanto rende noto l'Uspp, l'Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria, interpellata dall'Ansa, sull'accaduto è ora in corso un'indagine dell'autorità giudiziaria. L'istituto di pena casertano di Carinola ospita circa 500 detenuti cosiddetti di "media sicurezza".
Trovati anche caricabatterie e cavetti usb
I cellulari, otto micro telefoni e uno smartphone, erano nascosti in alcune buste di tabacco e sigarette. Oltre ai telefoni gli agenti della polizia penitenziaria hanno anche trovato caricabatterie e cavetti usb. Il sacerdote è ben noto nel carcere di Carinola, anche perché segue i reclusi con permessi di lavoro al di fuori della struttura.
Indagini in corso
Il sacerdote, un assistente del cappellano titolare, ha risposto per ore alle domande del pm di turno, mentre le forze dell'ordine stanno cercando di capire a quali reclusi fossero diretti i telefonini e chi abbia consegnato al prete il carico nascosto nel tabacco. La posizione dell'assistente cappellano è al vaglio della procura di Santa Maria Capua Vetere, anche se in Italia l'introduzione di cellulari in carcere, a differenza di quanto avviene in altri Paesi, non è reato. Una questione su cui da tempo i sindacati di polizia penitenziaria chiedono interventi.
Uspp: "Bisogna dare ad agenti strumenti tecnologicamente avanzati"
"L'episodio di Carinola evidenzia ancora una volta la necessità di dotare la Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati, anche in grado di schermare gli istituti di pena, per contrastare questo fenomeno", dicono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, presidente e segretario regionale dell'Uspp.