Marcianise, Jabil: “I licenziamenti dei 190 lavoratori sono legittimi”

Campania

"Sono stati adottati all'esito di un percorso legittimo", afferma l'azienda di Marcianise in una nota, ma la decisione di licenziare era stata fortemente contestata e ritenuta illegittima dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Patuanelli: "Inaccettabile, società cambi atteggiamento"

"I licenziamenti sono stati adottati all'esito di un percorso legittimo", afferma la Jabil in una nota in cui interviene sulla decisione di licenziare 190 lavoratori dello stabilimento di Marcianise (Caserta). Una scelta, quella dell'azienda, fortemente contestata e ritenuta illegittima dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, perché adottata fuori termine e soprattutto durante la vigenza della norma che sospende per la pandemia i licenziamenti fino a metà agosto.

La posizione di Jabil

Le trattative tra l'azienda e i sindacati, con la mediazione del Governo, si sono interrotte nella notte di martedì, dopo esser andate avanti per tre giorni, quando sembrava raggiunto l'accordo sull'utilizzo di altre cinque settimane di cassa integrazione e il contestuale ritiro dei licenziamenti. "La principale condizione posta dall'azienda - spiega la nota - è stata la definizione di un percorso certo che porti entro la fine di agosto alla risoluzione definitiva degli esuberi strutturali. Purtroppo si è registrata una chiusura totale sulla condizione posta da Jabil che ha costretto l'azienda, suo malgrado, ad interrompere le trattative".

Patuanelli: “Inaccettabile, società cambi atteggiamento”

Sui licenziamenti del sito di Marcianise è intervenuto nel pomeriggio a Sky Tg24 Economia il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli: ”Credo che sia inaccettabile l'atteggiamento dell'azienda che in spregio alle norme esistenti ha proceduto con i licenziamenti”, ha dichiarato il ministro. "Ha fatto bene la ministra Catalfo a ribadirlo chiaramente e la ministra è in attesa di parlare con il Ceo della casa madre. Noi - ha aggiunto - abbiamo mosso anche la diplomazia economica per far capire all'azienda che forse è il caso di avere un atteggiamento diverso. Attualmente non ci sono novità, è vero che la trattativa è in stallo ma siamo in attesa di questo colloquio importante. Noi - ha concluso Patuanelli - siamo in grado come Mise di mettere in campo alcuni elementi incentivanti per la Jabil però ci deve essere una volontà reciproca e non questo atteggiamento di arroganza che si è visto al tavolo fino adesso".

Fiom: “L’azienda poteva chiedere Cig”

Prima delle parole del ministro, alla nota della società avevano già replicato i sindacati, tra cui la Fiom-Cgil di Caserta. "La Jabil dice che i licenziamenti sono legittimi? Lo dicesse al Ministero del Lavoro e ai suoi tecnici, che si sono espressi chiaramente sull'illegittimità degli atti, chiedendo che venissero ritirati”, ha dichiarato il segratario Francesco Percuoco, secondo il quale l'azienda "invece di procedere ai licenziamenti, avrebbe dovuto chiedere altre cinque settimane di cassa integrazione per evitare un dramma sociale in una fase in cui c'è ancora emergenza sanitaria; inoltre se ha già fatto ricorso a nove settimane di cig per la pandemia, non vedo - ha concluso - perché non chiederne altre cinque, visto che l'emergenza non è ancora finita". 

Uilm: “Conseguenze di responsabilità dell’azienda”

Dura la risposta anche della Uilm: "Se Jabil insiste sui licenziamenti dopo tre giorni di trattativa, e la loro illegittimità è stata anche dichiarata anche dal ministro - attacca il segretario regionale Antonio Accurso - si prenderà la responsabilità delle conseguenze di tale atteggiamento di chiusura. Noi non possiamo che ricorrere alla impugnativa degli stessi e a tutte le azioni di tutela del sito. Crediamo - aggiunge - che la decisione di non tornare al tavolo imponga al governo un intervento deciso a difesa dell'ordinamento giuridico nazionale e al rispetto delle istituzioni e dei lavoratori, e per mettere in sicurezza anche quei lavoratori che oggi non sono interessati dai licenziamenti", conclude il sindacalista.

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