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Coronavirus Napoli, il dramma dei lavoratori in nero. VIDEO

Campania

Il sud è una polveriera in tempi di Coronavirus. Tra povertà relativa, cioè chi non arriva a fine mese e lavoro nero. Ma resta forte la solidarietà per aiutare le famiglie in difficoltà

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Il sud è una polveriera in tempi di Coronavirus. Tra povertà relativa, cioè chi non arriva a fine mese e lavoro nero. A Napoli gli attivisti del Centro "Lo sgarrupato" (malandato) confezionano la spesa per chi non ce la fa. Sono tanti i prodotti ai quali vengono aggiunti ogni volta dei prodotti freschi. Le donazioni arrivano tramite crowdfunding attraverso internet, oppure ci sono persone del posto che donano, anche attività commerciali, come un panificio che ogni settimana dà 200 chili di pane. Seguendo il filo della solidarietà tra i vicoli del centro storico di Napoli, si può intuire cosa sta covando sotto la cenere una Fase due che per molti significa continuare a sprofondare nel baratro.  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE IN CAMPANIA)

La testimonianza

"Qualche signora che mi chiamava per fare le pulizie, per stirare i vestiti. Non mi chiamano perché hanno paura anche per farmi entrare in casa. E poi per il momento, se si riprende loro logicamente si devono riprendere prima loro e poi mi chiameranno. Alle volte mi sento proprio di cadere in basso. Anche quando ho un pacco io mi riprendo, perché dico allora la vita non finisce qua. Insomma ti senti meno sola", ha raccontato una donna. Un altro ancora, Gennaro, ha persona il lavoro qualche anno fa, ha un mutuo da pagare, una moglie e due figli. Finita la Naspi, ha iniziato a lavorare insieme alla moglie a cottimo e in nero. "Perché non mi è stato sospeso il mutuo? Per non avere motivazioni del Covid-19, perché logicamente non ero inquadrato e quindi recandomi in banca vogliono motivazioni specifiche".