Napoli, confiscati 100 milioni a imprenditore legato ai Casalesi

Campania

Gli uomini della Dia hanno requisito 6 aziende del settore edile e immobiliare, 70 tra immobili, terreni e fabbricati in provincia di Caserta e Modena, 28 tra auto e moto, e diversi rapporti finanziari riconducibili a un 75enne  

Beni per 100 milioni sono stati confiscati dalla Dia di Napoli ad un imprenditore legato al clan dei Casalesi. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riguarda A.L., 75enne con interessi nella produzione e vendita di calcestruzzo. Tra i beni sequestrati ci sono 6 aziende del settore edile e immobiliare, 70 tra immobili, terreni e fabbricati in provincia di Caserta e Modena, 28 tra auto e moto, e diversi rapporti finanziari.

Le accuse

Il 75enne fu arrestato dalla Dia nel 2011 nell'ambito di un'indagine della Dda che aveva portato alla luce i rapporti tra i Casalesi e i politici di Casal di Principe. L'imprenditore era, secondo investigatori, il riferimento della famiglia Schiavone: metteva a disposizione gli impianti per la produzione del calcestruzzo e in cambio le sue società entravano a far parte del 'cartello' di imprese che potevano lavorare in provincia di Caserta. I decreti di sequestro, eseguiti nel 2014 e 2018, sono poi stati confermati dalla Corte d'Appello di Napoli e dalla Cassazione. Oggi è scattata la confisca. 

Le parole del direttore della Dia, Giuseppe Governale

Quelli dei Casalesi "sono dei clan sempre pericolosi e minacciosi perché capiscono che stanno affrontando un momento di difficoltà. Mai negli ultimi 25 anni c'era stata questa forza dirompente della polizia giudiziaria e della magistratura", ha detto il direttore della Direzione investigativa antimafia, generale Giuseppe Governale, a margine dell'incontro con gli studenti delle classi quinta e quarta della scuola superiore "Vittorio Veneto" di Scampia (Napoli). Parlando della confisca di oggi, il generale ha aggiunto: "Non bisogna fare l'errore che si possa vincere se non si consolida il successo". 

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