Napoli, petardo contro ambulanza e medico aggredito. Croce Rossa: "Peggio che in guerra"

Campania
L'ospedale San Giovanni Bosco (ANSA)

Si tratta di due episodi distinti. Il primo caso si è verificato nel quartiere Barra, mentre il secondo nei pressi dell'ospedale San Giovanni Bosco. Sul caso è intervenuto anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: "Aggressioni inaccettabili"

Altri due episodi di violenza contro il personale sanitario a Napoli. L'associazione Nessuno tocchi Ippocrate ha segnalato l'esplosione di un petardo lanciato contro un'ambulanza, inviata nel Rione Taverna del Ferro nel quartiere Barra per soccorrere un paziente. "Nell'aprire lo sportello del mezzo di soccorso - si legge in un post pubblicato su Facebook - il medico è stato investito da una deflagrazione causata da un fuoco d'artificio gettato da ignoti sotto l'ambulanza". Un altro episodio si è verificato nei pressi dell'ospedale San Giovanni Bosco, dove una dottoressa è stata aggredita con una bottigliata.

Il dg dell'Asl Napoli 1 Centro: "Entro due settimane telecamere sui mezzi"

Il direttore generale dell'Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, ha annunciato che entro il 15 gennaio saranno installate le prime telecamere sui mezzi di soccorso. Proprio oggi, a seguito delle aggressioni, il presidente provinciale della Croce Rossa, Paolo Monorchio, aveva invocato l'intervento delle istituzioni, sottolineando: "Scorte armate per proteggere ambulanze e personale sanitario? Per ora mi accontenterei delle telecamere a bordo dei mezzi di soccorso, le stiamo aspettando". 
"Nell'ultimo anno - ha aggiunto Verdoliva - abbiamo messo in campo moltissime azioni volte ad arginare il fenomeno della violenza nei pronto soccorso e nei presidi ospedalieri, chiaramente c'è ancora da fare e siamo pronti a concretizzare ulteriori azioni deterrenti come, ad esempio, le telecamere sulle ambulanze". "È bene però anche ribadire che questi delinquenti che si macchiano di gesti inqualificabili non rappresentano Napoli e i suoi cittadini" conclude il direttore generale della Asl Napoli 1 Centro.

Ministro Speranza: "Approvare subito norma contro violenza"

Sul caso è intervenuto anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: "Le aggressioni a chi ogni giorno si prende cura di noi sono semplicemente inaccettabili", ha scritto su Twitter. "Bisogna approvare al più presto la norma, già votata al Senato, contro la violenza ai camici bianchi. Non si può aspettare". Per combattere il fenomeno il Parlamento ha infatti previsto un inasprimento delle pene per chi si macchia del reato di aggressione ai medici e sanitari durante l'esercizio della professione e procedibilità d'ufficio contro l'aggressore anche senza la querela della persona offesa. Il provvedimento però non è ancora legge: è stato approvato dal Senato all'unanimità con 237 voti favorevoli a fine settembre e ora deve esaminarlo la Camera.

Monorchio, Croce Rossa: "Peggio che nei territori di guerra"

"L'aspetto più inquietante di questi nuovi episodi di aggressione a personale sanitario e di danneggiamento delle ambulanze a Napoli - ha commentato all'Ansa il presidente provinciale della Croce Rossa, Paolo Monorchio - è che ci si abitui a questo stato di cose, fatti che non avvengono neppure nei territori di guerra in quanto i mezzi di soccorso e il personale sono protetti dalle convenzioni internazionali. A Napoli non è così". "Piena solidarietà a tutto il personale della Croce Rossa e della Asl Napoli 1 Centro coinvolto in questa ennesimo episodio di violenza ma è arrivato il momento di dire basta: le istituzioni facciano squadra a tutela di chi è impegnato quotidianamente per prestare soccorso", ha precisato Monorchio. "Serve la cultura, una corretta informazione alla popolazione anche con incontri nei quartieri più difficili. Nel primo giorno dell'anno ci sono già due episodi violenti, siamo al di sopra della media rispetto a quanto avvenuto nel 2019. L'anno scorso c'è stato un attacco ogni tre giorni, oggi nel primo giorno dell'anno già due...", ha concluso Monorchio.

Ruggiero, Nessuno tocchi Ippocrate: "Episodio pericoloso"

"Quanto avvenuto ieri è di straordinaria gravità e molto pericoloso - ha riferito all'ANSA Manuel Ruggiero, presidente di Nessuno tocchi Ippocrate -. Trasportiamo ossigeno gassoso che è infiammabile e l'ambulanza avrebbe potuto subire danni importanti con quel lancio del petardo e con conseguenze per le persone. A Napoli il motto 'Non sparate sulla Croce Rossa' non viene applicato". Poi ha aggiunto: "Il collega, come conseguenza dello scoppio del petardo nel quartiere Barra di Napoli, ha avuto ipoacusia e acufeni e si è fatto refertare oggi perchè ieri non vi erano otorini disponibili nella rete di emergenza". Secondo Ruggiero bisogna "inasprire le pene al più presto per chi aggredisce medici e paramedici e dare il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale al personale sanitario in servizio nella rete 118 e negli ospedali, questo serve per fronteggiare il fenomeno delle aggressioni ai danni degli operatori".

I Verdi: "Corrisponde a un atto terroristico"

"Quello accaduto a Barra è stato un grave atto criminale", scrive in una nota Francesco Emilio Borrelli, membro della Commissione Sanità dei Verdi. "Lo è già di per sé l'utilizzo di botti illegali ma utilizzarli, di proposito, contro chi compie il proprio lavoro, chi effettua un soccorso medico, corrisponde ad un atto terroristico. Si è messo a repentaglio non solo la vita del medico colpito dal petardo ma quello dell'intero equipaggio e la sicurezza dell'intera area - sottolinea - perché l'ossigeno gassoso presente sull'ambulanza avrebbe potuto dar vita ad uno scoppio di dimensioni catastrofiche. Sarebbe potuta diventare una tragedia. Ora, occorre identificare e punire i criminali di questo insano gesto".

Il sondaggio di Anaao Assomed

Dal tentativo di strangolamento fino a vere e proprie spedizioni punitive, parolacce e insulti: in Italia il 66% dei medici ha dichiarato di aver subito un'aggressione da parte dei pazienti. Di questi, oltre due su tre sono stati aggrediti verbalmente, mentre la restante parte fisicamente. Sono i dati dell'ultimo sondaggio condotto dal sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed. Le aree più a rischio sono la psichiatria e il pronto soccorso, ed i pericoli maggiori si corrono nel Mezzogiorno: arriva infatti al 72% nel Sud e nelle Isole il numero di medici che denuncia aggressioni, e sale all'80% tra chi lavora nei pronto soccorso.

L'Osservatorio "Non sono un bersaglio" della Croce Rossa

Anche la Croce Rossa attesta la sempre maggiore criticità della situazione: secondo un'indagine sono più di otto ogni giorno gli operatori sanitari dell'emergenza aggrediti. Si tratta di aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali sparsi per il Paese. Nel 2018 - secondo i dati diffusi dalla Cri - sono stati registrati oltre 3.000 casi, a fronte di solo 1.200 denunce all'Inail. Le zone periferiche delle grandi città sono tra i luoghi dove si verificano maggiormente questi episodi. Tra le città, la 'maglia nera' spetta proprio a Napoli. I "ritardi delle ambulanze" e "l'inefficienza dei servizi di triage" sono le motivazioni principali addotte dagli aggressori. Sul fenomeno delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi non esistono statistiche esatte: per questo la Cri ha deciso di istituire un apposito Osservatorio, nell'ambito della campagna di sensibilizzazione "Non sono un bersaglio", presentata nei mesi scorsi a Roma.

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