Napoli, false consulenze ai danni del Cnr: sei arresti

Campania

Gli investigatori hanno eseguito anche un sequestro preventivo del valore di 2 milioni e 300 mila euro. Gli indagati sono accusati di peculato, falso ideologico e materiale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti 

Sei persone sono state poste agli arresti domiciliari per presunte false consulenze a danno del Consiglio nazionale delle ricerche. L'ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita dalla guardia di finanza, le indagini sono state coordinate dalla Procura di Napoli. Tra gli arrestati ci sono 3 funzionari del Cnr, 1 commercialista e 2 consulenti esterni. I reati contestati sono peculato, falso ideologico e materiale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. I militari hanno eseguito anche un sequestro preventivo per equivalente del profitto dei reati contestati per 2 milioni e 300 mila euro.

L'organizzazione

Al centro delle indagini della Procura c'è un funzionario del Cnr, M. D. B., divenuto anche direttore generale del Consiglio, ritenuto promotore e regista dell'intera organizzazione, con la collaborazione degli altri indagati, in particolare di, P. D.A. e S. M., quali amministratori di società operanti nel settore delle consulenze ad imprese, e di M. C., tenutario delle scritture contabili delle società coinvolte nel disegno criminoso. Gli indagati avrebbero utilizzato anche alcuni prestanome.

Il sistema per ottenere le false consulenze

Grazie all'opera degli imprenditori coinvolti, sarebbero state utilizzate, a rotazione, 12 società, intestate a teste di legno e in molti casi prive di strutture organizzative e di personale, create al solo scopo di beneficiare dei contratti relativi alle consulenze fittizie, mai realizzate, affidate sia dall'Iamc (Istituto per l'Ambiente Marino Costiero) di Napoli che da altre strutture dello stesso Consiglio Nazionale. Individuate false consulenze per un importo complessivo di oltre 2 milioni e 226 mila euro euro e rilevate fatture per operazioni inesistenti per un imponibile di oltre 1 milione e 846 mila euro ed Iva per 380 euro ascrivibili ai diversi denunciati.

Le indagini

A innescare le indagini, che si sono protratte dal 2010 al 2016, è stata una dirigente dell'Iamc, la quale, dopo essersi accorta degli illeciti, ha subito denunciato. In seguito ad alcuni accertamenti eseguiti nel 2015 in un' attività commerciale intestata alla moglie di uno degli indagati, una ludoteca, che, è emerso dalle indagini, aveva acquistato dei giochi gonfiabili risultati poi pagati dall'istituto di ricerca sull'ambiente marino costiero del Cnr facendoli risultare delle boe marine finalizzate a ricerche scientifiche in mare. A denunciare le irregolarità è stata una dirigente sulla quale i colleghi esercitarono, secondo quanto emerge dalle attività tecniche, una pressione finalizzata ad emarginarla.  

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