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Jabil, assemblea in fabbrica dopo il mancato accordo sulla vertenza

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Si farà il punto della situazione dopo la chiusura senza accordo, tra azienda e sindacati, della procedura di licenziamento che riguarda 350 addetti su 700. Verranno decise anche le forme di mobilitazione e le tappe di un'eventuale protesta

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I lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise, in provincia di Caserta, terranno un'assemblea con i rappresentanti sindacali nel corso della quale si farà il punto della situazione dopo la chiusura senza accordo, tra azienda e sindacati, della procedura di licenziamento che riguarda 350 addetti su 700. Verranno decise anche le forme di mobilitazione e le tappe di un'eventuale protesta.

Il mancato accordo

L'epilogo è andato in scena ieri in Regione, quando i vertici della Jabil e i sindacalisti delle sigle metalmeccaniche si sono incontrati per l'ultima volta in una sede istituzionale, sancendo le diversità di vedute che non sono mai state sanate, soprattutto sugli strumenti indicati da Jabil come alternativa ai licenziamenti, ovvero l'esodo volontario e la ricollocazione degli addetti in esubero presso altre aziende del territorio.

Gli scenari futuri

Ora si apre uno scenario tutto da definire, ma che dovrebbe portare la Jabil, entro il 23 marzo 2020, data di scadenza della cassa integrazione, a licenziare 350 dipendenti. Prima di quella data l'azienda non potrà procedere a licenziamenti unilaterali, ma dopo avrà campo libero. Per quel momento l'azienda conta di convincere il maggior numero possibile di lavoratori a un'uscita più soft, ovvero ad accettare l'esodo volontario, ma con la metà dei soldi rispetto ad un anno fa. L'alternativa è la ricollocazione, anche in questo caso con incentivi in danaro di gran lunga inferiori a quelli già attuati dall'azienda negli anni scorsi.

Le aziende indicate da Jabil

Tra le aziende indicate da Jabil c'è la società La Tecnica Nel Vetro di Scafati, in provincia di Salerno, disposta ad assumere alcune decine di lavoratori Jabil ma dal 2021, quando dovrebbe aprire il suo stabilimento a Pignataro Maggiore, nel Casertano. C'è poi il gruppo sardo Orefice, che produce gruppi elettrogeni e vorrebbe aprire uno stabilimento a Marcianise con l'assunzione di 60 addetti. Ci sono ancora la Softlab, società di informatica con sede a Caserta, che in passato ha già assunto 52 lavoratori fuoriusciti dalla Jabil e che oggi sarebbe disposta ad assumerne altri trenta, e la Mek Euro Engineering di Marcianise.

Le parole di Mauro Musella (Uilm)

"Senza un preventivo accordo con i sindacati - spiega Mauro Musella, lavoratore nonché delegato della Uilm - sarà difficile far accettare ai lavoratori soluzioni alternative ai licenziamenti. La Jabil ci ha presentato aziende disposte a ricollocare gli addetti in esubero, ma in alcuni casi le riassunzioni sono legate alla realizzazione di stabilimenti nel Casertano, cosa ancora non avvenuta. I lavoratori, dopo aver sempre lavorato per una multinazionale, non vogliono scegliere al buio, hanno diritto di avere delle garanzie", conclude Musella.