Napoli, ballerina investita dall’ex: le motivazioni della sentenza

Campania

In primo grado l’uomo era stato condannato a 4 anni e 8 mesi per omicidio stradale. Lo scorso 15 luglio i giudici invece lo hanno ritenuto colpevole di omicidio preterintenzionale 

Giuseppe Varriale, l’uomo che ha investito e ucciso la ex fidanzata Alessandra Madonna, morta a 24 anni la notte tra il 7 e l'8 settembre 2017 a Mugnano di Napoli, non poteva non sapere che accelerando avrebbe potuto mettere a rischio l'incolumità della ragazza. Sono queste le motivazioni che hanno spinto i giudici della quinta sezione della Corte di Appello di Napoli a condannare, lo scorso 15 luglio, Varriale a 8 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale.

Le condanne

In primo grado all'imputato erano stati comminati 4 anni e 8 mesi perché riconosciuto colpevole di omicidio stradale, mentre durante la requisitoria il sostituto procuratore generale aveva chiesto la condanna a 20 anni di reclusione per omicidio volontario. Per i giudici della Corte d'Appello Varriale s'era reso perfettamente conto che la ragazza era aggrappata allo sportello del suo suv. Determinanti, per l’accusa di omicidio preterintenzionale, sono state le dichiarazioni rese da Varriale, in contrasto con quanto emerso dalle ricostruzioni sulla base delle prove acquisite.

La vicenda

Secondo la ricostruzione dei fatti i due, che si erano lasciati già da tempo, il 7 settembre 2017 hanno avuto un’accesa discussione davanti all’abitazione del ragazzo. Al termine del diverbio Varriale ha messo in moto il suo suv per andare via, con l'ex fidanzata che era rimasta aggrappata all’esterno della vettura. La giovane è poi deceduta all'ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania in provincia di Napoli per i gravi traumi riportati.

Napoli: I più letti