Aversa, arrestato per estorsione il cognato di un boss pentito

Campania

Il pizzo richiesto a due imprenditori, secondo le indagini, ammontava a 200 euro e settimana. Sono state inoltre sequestrate tre società di vigilanza intestate a prestanome e ritenute riconducibili all’arrestato 

E’ stato arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di beni Enrico Verso, cognato di Raffaele Bidognetti, figlio del capoclan dei Casalesi Francesco Bidognetti, da qualche mese divenuto collaboratore di giustizia. Verso è accusato di aver estorto il pizzo a un commerciante cinese e a un imprenditore agricolo, e di aver imposto sul territorio, sfruttando i suoi rapporti di parentela, gli istituti di vigilanza privata che a lui facevano capo.

I provvedimenti

Sono state sequestrate le tre società di vigilanza intestate a prestanome e ritenute riconducibili a Verso, operative nel territorio a cavallo tra le province di Caserta e Napoli, in particolare tra Parete e Villaricca. I carabinieri di Aversa, coordinati dalla Dda di Napoli, hanno poi notificato una seconda ordinanza in carcere a carico di un altro presunto esponente del clan dei Casalesi, il 45enne Salvatore Fioravanti, già detenuto; il Gip ha infine disposto gli arresti domiciliari per altri due indagati, e due divieti di dimora in Campania a carico di alcuni prestanome di Verso.

Il pizzo

L'imprenditore cinese era già stato vittima di estorsione qualche anno fa, quando gestiva la propria attività nel Napoletano, si era rifiutato di pagare attirando su di sé le vendette degli uomini della camorra. Il commerciante si era così trasferito nel Casertano, ma anche qui aveva ricevuto la visita degli estorsori; "a quel punto - ha spiegato ai carabinieri - ho capito come funzionavano le cose qui in Italia e ho pagato". Dalle indagini è emerso che il pizzo riscosso era di 200 euro settimanali. Dagli imprenditori si presentava lo stesso Verso, conosciuto nel territorio come esponente del clan Bidognetti; se non chiedeva il pizzo, imponeva i propri istituti di vigilanza, che svolgevano soprattutto servizio di portierato in aree industriali, come a Teverola.

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