Pompei, il Parco archeologico: “Area bonificata da ordigni del 1943”

Campania

La direzione del Parco archeologico campano ha voluto fare chiarezza, tramite un comunicato, in merito alle indiscrezioni riguardanti la presenza di eventuali congegni bellici nel sottosuolo del sito

"Nel progetto di scavo, come in tutti i progetti in generale, è previsto l'obbligo da norma di inserire nel piano di sicurezza la bonifica da ordigni bellici in aree che sono state soggette a bombardamento negli anni passati. Il Parco archeologico di Pompei ha regolarmente redatto il progetto di bonifica, che è eseguita dal Genio Militare che ne ha la competenza”. Lo si legge in un comunicato della direzione del Parco archeologico di Pompei in risposta all'articolo di oggi, domenica 7 luglio, del Fatto quotidiano, dal titolo: "Le 10 bombe di Pompei".

La nota del parco archeologico

"Presso i nuovi scavi della Regio V rientranti nel vasto progetto di messa in sicurezza dei fronti di scavo (perimetro che circonda l'area non scavata) previsti dal Grande Progetto Pompei - chiarisce la direzione del Parco archeologico - le attività di indagine sono soggette a una rigida procedura di progettazione e controllo in tutte le fasi. Non è un caso che vi siano coinvolte professionalità differenti, (dagli ingegneri agli antropologi ai vulcanologi, e geologi oltre agli architetti, archeologi e restauratori ) ciascuno per la sua competenza. Nessun rischio, pertanto - termina la nota - né per gli addetti ai lavori che effettuano gli scavi, né per i turisti che visitano l'area".

I bombardamenti su Pompei

Dal 24 agosto 1943 le forze alleate sganciarono su Pompei 165 bombe, in nove incursioni aeree: 96 gli ordigni che, nel corso degli anni, sono stati localizzati, in base alla documentazione e ai rilievi dei danni provocati su strade, ville, muri del sito archeologico. "Ma le altre 70 bombe cadute nell'area da scavare dove si trovano? Quante sono quelle non esplose? Quali sono i rischi?". Sono questi alcuni dei quesiti portati alla ribalta dal giornale diretto da Marco Travaglio, che hanno provocato l’immediata risposta della direzione del Parco archeologico di Pompei.

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