Autorizzazioni amministrative in cambio di favori, arrestato sindaco nel Casertano
CampaniaIl primo cittadino di Trentola Ducenta, Andrea Sagliocco, è finito ai domiciliari. Contestati, tra gli altri, a vario titoli, i reati di corruzione e concussione. Emesse quindici misure cautelari
Affidamenti diretti di appalti in violazione del relativo codice, accordi corruttivi, ostruzionismo amministrativo verso gli imprenditori riottosi, e regali di vario tipo al sindaco e ad amministratori pubblici, dal cestino alimentare al trenino turistico che gira per la città. È quanto hanno scoperto gli inquirenti della Procura di Napoli Nord, guidata da Francesco Greco, nella nuova indagine che ha travolto il comune casertano di Trentola Ducenta e ha portato all'arresto del sindaco Andrea Sagliocco, eletto nel giugno 2018.
Quindici misure cautelari
Il Gip ha emesso quindici misure cautelari, eseguite dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa, a carico di collaboratori del sindaco, imprenditori, funzionari e impiegati del comune casertano, già colpito nel 2015 da un'altra indagine che aveva toccato il sindaco di allora, Michele Griffo, finito in carcere con altri esponenti dell'amministrazione per un'inchiesta di camorra relativa al centro commerciale situato a Trentola Ducenta. Per gli investigatori l'amministrazione intratteneva legami con il clan di Michele Zagaria. Oltre alle ordinanze che hanno disposto i domiciliari a carico di Sagliocco e di Saverio Griffo, consulente legale del sindaco, il gip ha ordinato cinque divieti di dimora nella provincia di Caserta e otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra gli indagati il responsabile area urbanistica che si occupa anche dell'ufficio tecnico, quello del settore lavori pubblici e un consigliere di maggioranza.
Indagati due rappresentanti delle forze dell'ordine
Nel registro degli indagati risultano iscritti anche due appartenenti alle forze dell'ordine. Si tratta del vice-sovrintendente della Polizia di Stato Giuseppe Melucci, delegato alla sicurezza del comune di Trentola, raggiunto dalla misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Caserta con sospensione dal servizio, e dell’agente di polizia penitenziaria Luigi Lorvenni, in servizio a Secondigliano, cui è stata notificata la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Melucci, è emerso dalle indagini, disattivò le microspie piazzate dagli investigatori negli uffici comunali. Lorvenni - hanno accertato gli inquirenti - avrebbe invece fatto da intermediario tra imprenditori collusi e amministratori comunali.
Le indagini
In pochi mesi, i carabinieri di Aversa, diretti da Donato D'Amato, hanno ricostruito le modalità di amministrazione da parte di Sagliocco, trovando le prove che lo incastrerebbero. Il primo cittadino e gli altri indagati rispondono a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, falsità ideologica. Proprio Sagliocco però ha avuto un ruolo di primo piano nella commissione dei reati: è stato lui, insieme al suo consulente legale Saverio Griffo, a prendere accordi con gli imprenditori, quasi sempre dopo averli messi con le spalle al muro, come è accaduto per un immobiliarista, a cui è stato fatto fatto credere che il Comune stesse analizzando una modifica del piano urbanistico che metteva in discussione i permessi a costruire; alla fine l'imprenditore aveva capito di dover scendere a patti, ma nel gennaio di quest'anno i carabinieri hanno perquisito l'ufficio di Sagliocco e l'indagine è venuta alla luce, bloccando alcuni accordi illeciti presi dal primo cittadino. Non è stato così fortunato il titolare di una macelleria, che per avere il cambio d'uso del suo locale, sarebbe stato costretto a pagare il trenino che girava per il paese, con un esborso di cinque mila euro. C'è poi la storia di un supermercato messo alla corde dal diniego amministrativo e da un ricorso al tar; anche in questo caso, prima che il titolare pagasse, sono arrivate le perquisizioni dei carabinieri. In altre circostanze gli inquirenti hanno accertato assunzioni chieste dal sindaco in aziende cui erano andati affidamenti diretti.