Napoli, cade un pezzo di cornicione da un palazzo: morto commerciante

Campania
Foto di archivio (Ansa)

La tragedia si è consumata in via Duomo, nel centro storico della città. La vittima, 66enne residente nel quartiere Stella, gestiva un negozio di abbigliamento. La moglie: "L'amore se ne è andato in cielo e non mi ha salutata”

 

Il titolare di un negozio è morto dopo essere stato colpito da un pezzo di cornicione che si è staccato dal quinto piano di un edificio in via Duomo, al numero civico 228, nel centro storico di Napoli (FOTO). L'uomo è stato trasportato al Cto (Centro Traumatologico Ortopedico), ma non ce l'ha fatta. La vittima, Rosario Padolino, 66 anni, residente nel quartiere Stella, gestiva un negozio di abbigliamento ed era molto noto tra gli operatori commerciali della via. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e gli agenti di polizia municipale.

Il crollo del cornicione

Secondo le prime testimonianze, quando si è staccato il pezzo di cornicione Padolino stava passeggiando a circa duecento metri dal proprio negozio, 'Coriandoli', dove non si recava da tempo. Le pietre si sono staccate da un edificio dove erano previsti interventi di messa in sicurezza: nonostante il cornicione fosse già imbrigliato, è stata notevole la quantità di materiale che, dopo aver sfondato la rete di protezione, è ricaduta sulla strada.

Sgomberate 30 famiglie

Dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco è stato deciso lo sgombero di 30 nuclei familiari. Tra questi ci sono anche due ammalati allettati. Sul posto sono arrivati il sostituto procuratore Giorgia De Ponte ed il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso. La Procura ha disposto il sequestro probatorio della facciata dello stabile, autorizzando però l'amministratore di condominio a eseguire immediatamente i lavori di messa in sicurezza. Al loro completamento, che secondo l'amministratore è previsto per lunedì 10 giugno, potranno rientrare nelle loro abitazioni i nuclei familiari sgomberati. A breve la Procura nominerà un consulente per una perizia.

La rete di protezione aerea deteriorata

Sul cornicione era stata collocata una rete di protezione aerea. "La rete - spiega un ufficiale dei vigili del fuoco - si era però deteriorata, dopo circa un anno e mezzo dalla sua collocazione, e ha ceduto al peso delle pietre. I lavori di messa in sicurezza del cornicione avrebbero dovuto essere completati molto prima". Il peso delle pietre cadute, secondo la stima di un ingegnere residente in zona, sarebbe di 400-500 chilogrammi. Le continue piogge dei giorni scorsi, sostengono alcuni residenti, avrebbero provocato il distacco dei pezzi di cornicioni. 

Le parole della moglie della vittima

"L'amore se ne è andato in cielo e non mi ha salutata. Non ci credo, sono disperata", scrive sui social Grazia Ragozzino, moglie di Padolino. Tante le manifestazioni di solidarietà e affetto ricevute dalla donna da parte degli amici increduli. L'uomo era molto conosciuto tra i commercianti di Via Duomo e dell'intera zona di Piazza Cavour e Via Foria anche perché, negli anni, era stato promotore di iniziative di valorizzazione dell'area.

I commercianti che lo hanno soccorso

"Gli tenevo il braccio, che era fratturato, e gli faceva male, ma lui mi rispondeva e non pensavo che potesse morire", dice Luca Rosolio, titolare di una merceria che si trova a 50 metri dal luogo del crollo. Assieme a lui c'era anche un altro commerciante, Maurizio Palma, vicepresidente del comitato dei residenti di via Duomo. "Aveva una ferita in testa, ma non era profonda e aveva anche smesso di sanguinare prima che arrivasse l' ambulanza", aggiunge Rosolio. "Era cosciente - racconta Palma - ma ad un certo punto mi ha detto: 'Stavo dormendo bene, perché mi hai svegliato' e ho capito che non era più lucido. Poi mi hanno chiamato dall'ospedale per dirmi che era morto". "È assurdo che a Via Duomo un uomo, un commerciante stimato da tutti, possa morire così, mentre andava a prendere un caffè al bar", conclude Rosolio.

Sindaco: "Tutto il Paese da mettere in sicurezza"

"Non è un tema napoletano. Se si vede quello che accade nel Paese, è tutto il Paese che va messo in sicurezza", dice il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. "I sindaci in questo sono in prima linea - ha sottolineato il primo cittadino - anche quando si tratta di un edificio privato dove l'amministrazione non c'entra nulla. Ma io da sindaco d'Italia dico che il Paese tutto va messo in sicurezza perché gli edifici sono vecchi. Come non ci sono le risorse per gli edifici pubblici, certe volte accade anche per quelli privati. Poi si verificherà - ha aggiunto - se in questo caso ci sono responsabilità. Ma ora mi fa tristezza vedere in atto operazioni di sciacallaggio politico". "Quello che trova agghiacciante in casi come questo - ha detto - in cui muore un napoletano doc, è che non si abbia la capacità di raccoglierci tutti per dare la solidarietà alla famiglia e fare un'analisi nelle ore successive di cosa servirebbe al Paese per essere messo in sicurezza. È davvero triste vedere operazioni di sciacallaggio quando c'è una persona che è morta da poche ore. E sapere che questo lo fanno alcuni napoletani solo perché ricoprono cariche politiche - ha sottolineato - da sindaco e da napoletano mi riempie di tristezza". "Io invece - ha proseguito - oggi voglio esprimere il cordoglio della Napoli tutta che non vuole essere attraversata da polemiche ma stringersi attorno alla famiglia di un uomo che muore in un modo in cui non si può morire e che è inaccettabile. È inaccettabile che un Paese non abbia le risorse per mettere in sicurezza dagli alberi, dalle voragini, dai palazzi e più in generale. I comuni stanno in prima linea, fanno quello che possono, ma se non si pone tema nazionale su questo, il rischio che vicende come quella di oggi possano continuare ad accadere è molto concreto perché la vetustà di tanti edifici del nostro Paese ormai è evidente, dalle scuole, ai monumenti, agli edifici privati".

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