Caserta, certificati medici falsi per la moglie del boss: tre arresti

Campania
Foto di archivio (Fotogramma)

Secondo quanto emerso dal processo, terminato con una sentenza divenuta definitiva, i certificati servivano a far avere benefici carcerari a Maria Buttone, moglie del boss Domenico Belforte attivo nel Casertano 

I carabinieri hanno arrestato e condotto in carcere, per una sentenza diventata definitiva, Camillo Belforte, figlio 39enne Di Domenico Belforte, capo dell'omonimo clan di camorra, detenuto al 41bis, operante e Marcianise e in parte del Casertano. Con Belforte è stata arrestata la cognata Carmela Allegretta, 35 anni, e il medico 63enne Giuseppe Di Maio, in servizio al reparto di Igiene Mentale dell'Asl di Caserta (distretto di Marcianise).

I certificati falsi

La vicenda giudiziaria, giunta a conclusione, riguarda i certificati medici falsi redatti da Di Maio su pressione di Camillo Belforte e della cognata. Secondo quanto emerso, i certificati servivano a far avere benefici carcerari a Maria Buttone, moglie del boss Belforte e madre di Camillo. In alcuni casi il professionista avrebbe svolto il ruolo di intermediario, riuscendo a far stilare certificati da altri medici che attestavano patologie inesistenti per la donna. In altre circostanze, è emerso dal dibattimento, è stato lo stesso Di Maio a firmare i certificati falsi per Buttone, tuttora libera e residente a Marcianise.

La sentenza

Camillo Belforte e il medico dovranno scontare 5 anni di carcere, Allegretta 4 anni e 6 mesi. È stata la Corte di Cassazione, qualche settimana fa, a porre la parole fine sulla vicenda, respingendo il ricorso presentato dagli imputati. L'Ufficio Esecuzione penali del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha così emesso gli ordini di carcerazione, eseguiti dai carabinieri con il coordinamento del Procuratore capo Maria Antonietta Troncone e dell'aggiunto Antonio D'Amato.

Verdi: "Chiediamo radazione da Ordine Medici"

"Esprimiamo soddisfazione per il lavoro dei magistrati che, in Cassazione, hanno confermato l'arresto per il figlio di Domenico Belforte, per la cognata e per un medico della Asl di Caserta. I tre hanno agito per far ottenere alla moglie del boss Belforte, detenuta come il marito, dei certificati medici che attestavano patologie di fatto inesistenti. La documentazione occorreva alla donna per ottenere benefici carcerari. Un caso vergognoso di connivenza tra un medico e un'organizzazione criminale che non può che concludersi con la radiazione dall'Ordine dei Medici, al di là della giusta carcerazione. A tal proposito chiederemo al consiglio dell'Ordine di procedere al più presto in tal senso, in attuazione delle previsioni di legge". Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione Sanità Francesco Emilio Borrelli. "Questo caso - prosegue Borrelli - conferma ancora una volta che i figli dei camorristi sono destinati a delinquere come i genitori. Da tempo chiediamo un intervento normativo che permetta di sottrarre la prole ai figli dei soggetti condannati per reati di questo tipo. Altrimenti continueranno a rappresentare la manovalanza usata dai genitori per proseguire nelle attività criminali".

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