Napoli, richieste di pizzo: ditta lascia il cantiere di Porta Capuana

Campania
Il cantiere di Porta Capuana a Napoli (ANSA)

I lavori di restyling sono finanziati nell'ambito del Grande Progetto Unesco. L'impresa ha deciso di ritirare uomini e mezzi, salvo poi tornare sui suoi passi dopo un incontro col sindaco de Magistris

Il cantiere per i lavori di restyling di Porta Capuana, in centro a Napoli, finanziati nell'ambito del Grande Progetto Unesco, è rimasto vuoto. L'impresa appaltatrice dei lavori - riferisce oggi Il Mattino - ha ritirato uomini e mezzi dopo aver denunciato in Questura due giorni consecutivi di minacce e pressioni da parte del racket delle estorsioni.

Le richieste

Nella mattina di martedì 7 maggio, è arrivata la prima 'richiesta' di un uomo in scooter, protetto da un casco integrale: "Chiudete il cantiere e venite a parlare, altrimenti vi spariamo uno a uno". L'episodio è stato subito denunciato alla polizia, mentre gli operai riferivano di aver visto l'uomo girare ancora nei pressi del cantiere. Ieri mattina, l'uomo si è ripresentato, ribadendo le minacce in tono ancora più acceso. Di fronte alle nuove intimidazioni, anche queste denunciate alla polizia, la sede centrale della ditta - 'La Spinosa Costruzioni' di Isernia - ha deciso di sospendere le attività e far tornare a casa sia la squadra che i macchinari.

Presidente della quarta municipalità: "Riaprirlo subito"

Il presidente della quarta municipalità di Napoli, Giampiero Perrella, è intervenuto sulla vicenda, parlando di "ennesimo e inaccettabile affronto della camorra anche sui lavori Unesco". "La risposta deve essere immediata - ha poi aggiunto - Quel cantiere va riaperto subito anche con un presidio, se necessario, delle forze di polizia. Mi rivolgo al sindaco e agli assessori: riapriamo il cantiere. Io ci sono già stamattina". "Un anno fa l'impresa era già stata minacciata, ci fu una denuncia alla polizia, poi il lavoro riprese", ha detto ancora Perrella. I lavori riguardavano la riqualificazione di Via San Giovanni a Carbonara e comprendevano anche l'area di Porta Capuana.

L'ira dei residenti e dei commercianti

"Se una ditta impegnata in un lavoro così importante è costretta a fuggire, vuol dire che lo Stato si arrende e alza bandiera bianca". C'è ira e amarezza nelle parole dei residenti e dei commercianti di Porta Capuana, che commentano l'abbandono del cantiere da parte della ditta minacciata. Un negoziante, che chiede l'anonimato, è ancora più amaro: "Loro sono tornati in Molise, noi siamo costretti a restare qui. Ricevendo ogni giorno pressioni e richieste di ogni tipo".

I sindacati chiedono di vedere il Prefetto

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati, insieme alle categorie delle costruzioni, hanno chiesto nel frattempo un incontro urgente con il Prefetto della città, "per discutere sulle azioni da intraprendere a sostegno dell'impresa di costruzione, dei lavoratori, ma soprattutto per l'affermazione di una cultura della legalità e per la tutela del libero esercizio delle attività di un settore nevralgico per lo sviluppo della città". I sindacati "considerano un fatto gravissimo la chiusura del cantiere per le continue pressioni e minacce del racket della camorra".

Opposizioni all'attacco

"La città è completamente in mano alla criminalità organizzata e l'Amministrazione comunale fa finta di nulla. L'impresa che stava effettuando i lavori a Porta Capuana, dopo le ripetute minacce subite, addirittura è stata costretta a lasciare il cantiere. Un fatto gravissimo e inquietante. Una sconfitta per tutti noi, di fronte alla quale è necessaria una risposta immediata delle istituzioni e delle forze dell'ordine. Non possiamo darla vinta alla camorra, non possiamo permetterci che imprenditori sani e onesti siano costretti ad abbandonare Napoli, perché vittime di pressioni ed estorsioni. Come forze di opposizione in Consiglio comunale abbiamo già chiesto un incontro urgente al Prefetto di Napoli per valutare le azioni da intraprendere". Ad affermarlo sono i capigruppo e i consiglieri di opposizione.

Cantiere riaprirà lunedì

Nel pomeriggio di oggi, giovedì 9 maggio, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha ricevuto in municipio, assieme agli assessori Clemente, Calabrese e Piscopo, il titolare della ditta. Da fonti del Comune di Napoli, si apprende che a seguito dell'incontro la ditta ha dato la sua disponibilità a riaprire il cantiere e a proseguire nei lavori: gli operai saranno di nuovo all'opera già lunedì 13 maggio. A far tornare sui propri passi i proprietari dell'impresa sarebbe stata la grande attenzione e la vicinanza ricevuta dalle istituzioni cittadine. Una vicenda che Palazzo San Giacomo ha seguito "con grande attenzione" sin dalla giornata di ieri, col sindaco in prima persona ma anche col Capo di Gabinetto Attilio Auricchio, l'assessore Calabrese e i responsabili della polizia locale.

Le parole di de Magistris

Il sindaco ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto. In una nota diffusa dall'ufficio stampa del Comune, de Magistris sottolinea l'importanza della risposta forte e corale delle istituzioni a una vicenda che definisce "molto grave". "Abbiamo subito raccolto ieri - spiega il sindaco - ogni elemento in nostro possesso. Elementi che sono stati poi sottoposti alla Polizia che ha svolto un'azione davvero importante. Voglio fare un plauso all'imprenditore che ha voluto dare un segnale forte. Durante l'incontro di oggi mi ha testimoniato tutto il suo amore per Napoli chiedendo solo di poter continuare a lavorare, lui e i suoi operai, in sicurezza. In sei ore ha smontato il cantiere - conclude - e in sei ore lo rimonterà". "Questa Amministrazione Comunale - conclude - che ha rotto il rapporto tra camorra e politica, fa e continuerà a fare la sua parte investendo risorse finanziarie importanti, facendo con onestà e trasparenza le gare. Chi le vince queste gare, imprenditori e persone perbene, devono essere tutelati e lo Stato deve intervenire contro chi li minaccia".

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