Nel primo blitz sono finiti in manette 15 persone. A loro viene contestata l'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Altre sette persone, poi, sono state arrestate nel secondo blitz
Due blitz antidroga, a Napoli, da parte dei carabinieri. In manette sono finite 22 persone. A 15 indagati viene contestata l'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi e utilizzo di documenti di identità contraffatti. Nel secondo blitz, invece, i militari hanno dato esecuzione a sette ordinanze per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di detenzione di armi clandestine.
La prima indagine
Nella prima operazione sono stati sequestrati quasi tre chili di cocaina e denaro contante. Le indagini si sono fondate su una vasta attività di intercettazioni telefoniche e ambientali e sono stati individuati non meno di tre canali di approvvigionamento dello stupefacente, che a loro volta risultano riconducibili a narcotrafficanti dell'area napoletana divenuti negli anni figure di rilievo nel mercato mondiale dello stupefacente e attualmente latitanti.
La seconda indagine
Nell'altra operazione, è stata scoperta una piazza di spaccio nel vico Cangiani al Mercato. In quella zona trafficava una famiglia in passato vicina al clan dei Sarno. Durante le operazioni, sono state sequestrate diverse somme di denaro e l'immobile utilizzato per il traffico di stupefacenti. Secondo quanto ricostruito, gli indagati avevano installato una serie di porte blindate ad apertura elettronica che, insieme a un sistema di videosorveglianza da remoto, rendevano molto difficoltoso l'accesso alle forze dell'ordine. Documentate numerosissime cessioni di cocaina, crack e marijuana.
La cessione della droga
I clienti si presentavano sotto al palazzo e venivano inquadrati dalle telecamere abusive: se venivano riconosciuti, superavano tre porte blindate e arrivavano alla base di spaccio. In seguito, gli indagati hanno iniziato a far appostare sotto al palazzo un "palo" che agganciava gli acquirenti e si accertava della loro identità prima di dare l'ok con un walkie-talkie per far aprire le porte. L'ingresso al palazzo era sorvegliato anche da una donna, l'unica incensurata, facilitata nel compito perché abitava in un appartamento dal quale riusciva a vedere il portone di ingresso al palazzo in cui si spacciava. Infine, il gruppo si era assicurato una difesa armata. I carabinieri, infatti, hanno sequestrato un revolver e 65 cartucce.