Omicidi, intimidazioni, estorsioni e vittime innocenti della faida tra clan: l'inchiesta della Dda racconta la violenza della camorra in lotta per il controllo del territorio
Undici persone, ritenute affiliate al clan camorristico Sbillo attivo nel centro storico di Napoli, sono state arrestate al termine di un'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. A tutti viene contestata l'associazione a delinquere di stampo camorristico e, a vario titolo, omicidio, detenzione e porto illegale di armi, comuni e da guerra, e ricettazione. Intimidazioni con ordigni esplosivi, una bimba ferita durante un regolamento di conti per la gestione delle estorsioni e un omicidio: l'inchiesta racconta la violenza della camorra in lotta per il controllo del territorio.
L'operazione della polizia
Nell'operazione sono stati coinvolti soggetti ritenuti vicini al clan Sibillo all'epoca della latitanza dei fratelli Emanuele e Pasquale Sibillo, figgitivi dal giugno 2015 e referenti del clan dopo l'assassinio di Emanuele Sibillo, avvenuto il 2 luglio 2015, e l'arresto di Pasquale Sibillo, avvenuto il 4 Novembre 2015. Secondo gli inquirenti, dalle indagini emerge la violenta contrapposizione tra il clan Sibillo e il clan Buonerba-Mazzarella per acquisire il controllo degli affari illeciti nel quartiere di Forcella, nel rione della Maddalena, in via dei Tribunali e, più in generale, nell'area dei Decumani.
Bimba ferita a colpi di pistola
A pagare la violenta faida tra i clan è stata anche un'innocente bimba, ferita dagli uomini del clan Mazzarella. Dopo la morte di Emanuele Sibillo e l'arresto del fratello Pasquale, a i vertici del gruppo sono arrivati Ciro Contini, Antonio Napoletano, Francesco Pio Corallo e Luca Capuano. Questi ultimi due vennero arrestati per avere chiesto il pizzo nella zona della Maddalena a Napoli. Le estorsioni crearono contrasti con il clan Mazzarella. Dopo il loro arresto, infatti, il racket in quella zona passò proprio agli uomini del clan rivale che, per affermare la propria supremazia sul territorio e sugli ambulanti, spararono a scopo intimidatorio ferendo una bimba, figlia di un ambulante napoletano.
Il racket contro la pizzeria
Quattro presunti affiliati al clan camorristico Sibillo sono stati arrestati in relazione alle estorsioni contro la storica pizzeria Di Matteo in via Tribunali. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, da due anni i titolari del locale erano costretti a versare ogni settimana somme di denaro agli emissari del clan. Il 25 febbraio scorso il locale, noto perché nel 1994 si era fermato l'allora presidente americano Bill Clinton durante il vertice G7, è stato fatto bersaglio di colpi di arma da fuoco.
L'omicidio Galletta
Trai i fermati ci sono anche i presunti autori dell'assassinio di un'altra vittima innocente, il meccanico Luigi Galletta, ammazzato dal clan Sibillo a 21 anni per avere detto no alla camorra. Galletta si è rifiutato di rivelare dove si nascondeva il cugino, affiliato al clan Buonerba. Secondo gli inquirenti, gli esecutori materiali dell'omicidio sono Antonio Napoletano, all'epoca minorenne e già condannato per quei fatti, e Ciro Contini, lontano parente di Edoardo Contini, elemento di spicco dell'omonimo clan. Galletta sarebbe stato picchiato e dopo tre giorni, a seguito dell'ennesima richiesta di rivelare dove si trovasse il cugino, ucciso a colpi di pistola nell'officina dove lavorava.
La bomba
Gennaro Buonerba, a capo dell'omonimo gruppo camorristico, già in carcere, e Massimo Amoroso, anche lui ritenuto affiliato ai Buonerba, sarebbero rispettivamente il mandante e l'esecutore materiale un'intimidazione, effettuata con un ordigno molto simile a una bomba a mano, avvenuta nell'ottobre del 2015 davanti l'abitazione di un loro rivale, Antonio Napoletano, ritenuto affiliato ai Sibillo. Un'esplosione particolarmente potente che ha danneggiato due negozi, ma non ha provocato vittime solo perché quel giorno le strade erano deserte.
Decapitato il clan Sibillo
L'operazione di sabato 9 marzo, condotta dai carabinieri, ha portato all'arresto degli eredi della cosiddetta paranza dei Sibillo, gruppo camorristico attivo nella zona dei Decumani, nel centro di Napoli. I quattro giovani, Ciro Contini, Antonio Napoletano, Francesco Pio Corallo e Luca Capuano, secondo inquirenti sono diventati la componente di vertice del gruppo camorristico un tempo capeggiato da Emanuele Sibillo, ucciso dai Buonerba nel centro di Napoli, in via Oronzo Costa, nei pressi di Castel Capuano, dove si era recato per una stesa, e dal fratello Pasquale, arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli a Terni.