Benevento, omicidio Nizza: preso dopo 10 anni presunto assassino

Campania
L'operazione della polizia (ANSA)

L'episodio risale all'aprile 2009. La vittima era un uomo, costretto sulla sedia a rotelle per un incidente stradale, ucciso, in pieno giorno, con tre colpi di pistola alla testa nel popoloso Rione Libertà

Svolta nelle indagini per l'omicidio di Cosimo Nizza, il pregiudicato beneventano, costretto su una sedia a rotelle, ucciso ad aprile 2009 con tre colpi di pistola alla testa. La squadra mobile di Benevento ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Nicola Fallarino, 34 anni, anch'egli beneventano, già detenuto nella casa circondariale di Napoli-Secondigliano per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Fallarino è accusato di concorso in omicidio aggravato e porto abusivo di armi. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Benevento Flavio Cusani, su richiesta della Procura di Benevento. 

L'omicidio

Alla base dell'omicidio ci sarebbe la lotta per l'accaparramento della piazza di spaccio e per garantirsi l'esclusiva della vendita di eroina a Benevento. Nizza si trovava nei pressi della propria abitazione, nel Rione Libertà, costretto su una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale avvenuto quattro anni prima, quando venne avvicinato da due sicari a bordo di uno moto, che lo ferirono mortalmente con tre colpi di pistola alla testa.

Le indagini

Le indagini, condotte con esito infruttuoso da parte della Dda per anni, sono sono state coordinate dal 2017 dalla Procura di Benevento, valorizzando nuovi elementi rilevati dalla squadra mobile. Determinanti per la svolta delle indagini sono state le intercettazioni ambientali, in particolare una, in cui uno dei componenti del gruppo criminale guidato da Fallarino ricostruiva minuziosamente la dinamica dell'omicidio e i momenti precedenti all'esecuzione. 

Le intercettazioni

In un dialogo in auto intercettato dalle forze dell'ordine, si raccontava dei colpi esplosi all'altezza della nuca e dietro l'orecchio, ma anche dello stato d'animo del presunto omicida, che avrebbe atteso giorni davanti all'abitazione di Nizza in attesa del momento giusto per entrare in azione. Le intercettazioni hanno fatto emergere inoltre l'ostentata sicurezza dell'arrestato di potersi sottrarre alle indagini: l'arma del delitto, infatti, non poteva essere rinvenuta, in quanto distrutta. Fallarino, inoltre, si era creato un alibi nel caso in cui l'attenzione degli investigatori si fosse concentrata su di lui. Anche in questo caso, però, le 'cimici' e le dichiarazioni hanno consentito di smontare la versione dell'uomo. 

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