Napoli, rubavano e falsificavano assegni: sgominata banda

Campania
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

La guardia di finanza ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di esponenti di un'associazione per delinquere dedita alla commissione di varie attività illecite 

Rubavano e poi falsificavano assegni inviati per posta a beneficiari di risarcimenti o premi assicurativi. I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della guardia di finanza di Napoli hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di esponenti di un'associazione per delinquere dedita alla commissione di varie attività illecite, tra cui il peculato e la ricettazione di assegni bancari e circolari rubati. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, sulla base di indagini svolte dal Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata delle Fiamme Gialle della città partenopea.

Come agiva la banda

Gli assegni venivano intercettati e sottratti durante la spedizione presso il Centro Meccanizzazione Postale di Roserio, in provincia di Milano, competente per lo smistamento della corrispondenza spedita su tutto il territorio nazionale. Tre dipendenti delle Poste Italiane si prestavano sistematicamente a selezionare e sottrarre gli assegni di cui avevano la disponibilità per poi consegnarli al capo dell'organizzazione, Vincenzo Aliano, 63 anni, napoletano con precedenti penali per associazione per delinquere, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione, sostituzione di persona, accesso abusivo a sistema informatico/telematico, violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, truffa e ricettazione. Il 63enne, coadiuvato dal figlio Roberto, provvedeva alla clonazione/falsificazione dei titoli con la modifica del nome dell'intestatario, apponendovi il nome di altri soggetti - i "cambiatori" - anch'essi indagati e denunciati a piede libero i quali, dopo esserne venuti in possesso, procedevano a versarli su propri conti correnti accesi pochi giorni prima.

Incassati circa 370mila euro

Grazie al contributo di un gran numero di questi "cambiatori" - quelli individuati e denunciati ammontano a 29 - l'organizzazione è riuscita, solo tra il 2016 e il 2017, a monetizzare oltre 250 assegni rubati incassando indebitamente somme per circa 370.000 euro. Le attività investigative hanno anche ricostruito il patrimonio illecitamente accumulato nel tempo dal capo promotore dell'organizzazione, attraverso l'esecuzione di indagini economico-finanziarie che hanno portato al sequestro preventivo di 27 immobili, quattro autovetture, tre società e 45 rapporti bancari, per un valore complessivo pari a circa cinque milioni di euro.

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