Napoli, protesta a Poggioreale per il detenuto morto

Campania
Foto di Archivio (ANSA)

La moglie del detenuto morto: "Giovedì ho fatto il colloquio e mio marito stava benissimo. Nessuno mi ha avvisato. Per una febbre a 38.5 non si può morire"

Nel carcere di Poggioreale, nella notte tra il 12 e il 13 febbraio, è scattata una protesta sia all'interno sia all'esterno dell'istituto penitenziario di Napoli, per la morte di Claudio Volpi, detenuto di 34 anni morto nei giorni scorsi. A raccontare quanto è successo è stata la moglie del 34enne, in un video che circola sui social.

Il racconto della donna

"Giovedì ho fatto il colloquio e mio marito stava benissimo. Poi, ho saputo fosse morto, nessuno mi ha chiamato, nessuno mi ha avvisato. Sono andata io dai carabinieri per capire perché fosse morto mio marito. Ho saputo che è stato tre giorni sul letto, morto. Per una febbre a 38.5 non si può morire, non si può morire". La scorsa notte la donna e altri parenti di detenuti hanno bloccato alcuni agenti di polizia penitenziaria e hanno messo in atto una protesta in strada all'urlo di "assassini". 

La manifestazione

Nel corso della notte un gruppo di donne ha lanciato bottiglie e bloccato alcuni agenti di polizia penitenziaria. Poco fa i manifestanti hanno bloccato la strada davanti al carcere. In prima linea la famiglia di Volpe: la moglie, la madre e la sorella, e anche alcuni attivisti di associazioni che appoggiano la protesta. Esposto anche uno striscione: "Verità per Claudio morto nel mostro di cemento".

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