Salerno, vandalizzata sede dell'Arcigay: danneggiate due porte

Campania
Foto di archivio

La denuncia del presidente Francesco Napoli: “Non è stato rubato nulla, segno che il gesto è offensivo e discriminatorio più che finalizzato al furto” 

La sede dell'Arcigay ‘Marcella Di Folco’ a Salerno è stata danneggiata dai vandali. Il presidente Francesco Napoli ha spiegato che è stata "tagliata la porta in ferro, distrutta la porta a vetri e vandalizzato il nostro spazio. Non è stato rubato nulla, segno che il gesto è offensivo e discriminatorio più che finalizzato al furto”. In mattinata Napoli ha sporto denuncia in Questura. “Speriamo si possa risalire agli autori del gesto – ha continuato il presidente -, ma resta l'amarezza di una triste scoperta, oltre alla consapevolezza di dover ancora lottare e resistere per i diritti e le tutele di tutte e tutti". 

La solidarietà del sindaco di Salerno

Il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli ha espresso la sua "solidarietà ad attivisti e militanti LGTBQ per il grave atto vandalico alla sede dell’Arcigay”. Sede che è ospitata in locali del Comune. Il sindaco e la giunta hanno “condannato fermamente il gesto”, auspicando “indagini immediate che portino all'individuazione dei responsabili. Salerno è città democratica e rispettosa dei diritti civili".

Le parole di Laura Boldrini

"Ogni giorno le conquiste in tema di diritti vengono rimesse in discussione". Ha commentato Laura Boldrini, deputata di Liberi e Uguali, giunta nella sede dell'Arcigay di Salerno per portare la sua solidarietà. "Si devono mettere in campo tutti gli anticorpi. C'è un clima pesante nel Paese, di oscurantismo, di intolleranza e questo clima, purtroppo, può arrivare anche a manifestarsi con questi atti antidemocratici – ha proseguito Boldrini prima di aggiungere - Il ministro della Famiglia, al singolare, dice che non esistono altre famiglie se non quella tra uomo e donna. Dunque, nega anche le unioni civili, legge che noi abbiamo approvato nella scorsa legislatura. Verso le donne c'è ugualmente questo atteggiamento di rimettere in discussione le conquiste delle donne, il disegno di legge Pillon è un disegno di legge oscurantista che impone la mediazione anche quando c'è la violenza domestica contro la donna, e questo è vietato dalla convenzione di Istanbul che abbiamo ratificato nella scorsa legislatura. Si rimette in discussione il diritto della donna di interrompere la gravidanza. Quando c'è un vento di restaurazione e le lancette dell'orologio vengono rimandate indietro, tutto questo avviene sempre sulla pelle delle donne e sulle conquiste civili. Io sono molto preoccupata e penso che sia giusto fare delle battaglie di rivendicazione di questi diritti perché sicuramente non vogliamo ritornare ai tempi in cui le ragazze dovevano morire per un aborto clandestino o ai tempi in cui la violenza domestica era considerata normale o le persone omosessuali venivano messe al bando. Tutti gli italiani e le italiane democratici devono adoperarsi affinché questo non avvenga mai più nel nostro Paese".

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