Camorra, testimone di giustizia rinuncia a scorta: “Devo pagare auto”

Campania
Foto di archivio (ANSA)

La denuncia è arrivata da Luigi Leonardi che da oggi ha iniziato lo sciopero della fame davanti al Viminale. Nel 2016 si rifiutò di pagare il pizzo ad alcuni clan camorristici del napoletano 

Due mesi fa ha rinunciato alla scorta perché, come denuncia lui stesso, "dalla prefettura di Caserta mi hanno comunicato che dovevo provvedere io all'acquisto dell'auto per la scorta senza la quale non potevo usufruire del programma di protezione previsto per i testimoni di giustizia" e oggi ha iniziato lo sciopero della fame davanti al Viminale. Il protagonista della vicenda è Luigi Leonardi, imprenditore del settore illuminotecnico, testimone di giustizia, che nel 2016 si rifiutò di pagare il pizzo ad alcuni clan camorristici del napoletano. "Grazie anche alla mia denuncia – ha ricordato oggi Leonardi - sono stati condannati in via definitiva 81 affiliati ed è ancora in corso un altro processo in appello per altri 10 camorristi, per ora a piede libero".

La scorta

Secondo il racconto dell'imprenditore, solo nell'ultimo anno ha ricevuto dieci minacce, l'ultima pochi giorni fa, "una lingua di maiale tagliata e lasciata da sconosciuti fuori casa mia". "La protezione prevista per me è di quarto livello. Cioè due uomini di scorta che, partendo dalla mia abitazione, mi seguono fino al mio rientro a casa. Poi resto solo. Questo mi espone ma, capendo la ' difficoltà di cassa' del Governo, non ho mai chiesto – ha sostenuto ancora il testimone di giustizia - Quando, due mesi fa, mi hanno detto che dovevo provvedere io all'auto mi è sembrato davvero troppo. Non è una questione di principio. Farei a meno della scorta, che per me che cerco ancora di lavorare andando in giro per trovare nuovi clienti, a volte costituisce più un ostacolo che un beneficio. Ma sono ancora un bersaglio e chi come me ha deciso di denunciare non può e non deve essere abbandonato dallo Stato".

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