L’uomo era già stato condannato a due anni per reati contro il patrimonio. Indagate anche altre due persone che avrebbero preso parte alla truffa
Nella mattina di martedì 13 novembre, i carabinieri della compagnia di Ischia, in provincia di Napoli, hanno notificato un'ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di dimora nell'isola a carico di Lucio Pilato, 52 anni.
Tre le persone indagate
L’uomo, titolare di un centro di telefonia mobile a Ischia, era già stato destinatario, il 24 marzo 2017, di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, ed era stato successivamente condannato alla pena di due anni di reclusione per reati contro il patrimonio mediante frode. Al termine di un'attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, Pilato, unitamente ad altri due indagati, è ritenuto responsabile di sostituzione di persona, indebito utilizzo di carte di credito, simulazione di reato e false attestazioni a pubblico ufficiale.
Le indagini
Le indagini dei militari hanno avuto inizio a gennaio 2018 a seguito di una denuncia contro ignoti sporta da un residente. Questi aveva ricevuto per posta la fattura di un gestore mobile attraverso la quale aveva scoperto l'attivazione, a sua insaputa, di un numero telefonico a lui intestato. L'utenza era abbinata a un'offerta commerciale che prevedeva l'assegnazione di un costoso smartphone - mai ordinato e mai ricevuto - da pagare in 30 rate mensili, con addebito sulla propria carta di credito. I successivi accertamenti, eseguiti mediante l'analisi di documentazione contrattuale e l'acquisizione di testimonianze, hanno permesso di appurare l'esistenza di un sistema criminoso grazie al quale si stipulavano numerosi contratti fittizi a carico di ignari clienti residenti su tutto il territorio nazionale, e anche, in un caso, in Svizzera.
La truffa
I contratti fittizi prevedevano l'assegnazione di cellulari di ultima generazione, che i clienti, però, non avevano mai ordinato, né tantomeno ricevuto, e che venivano poi rivenduti dall'indagato, utilizzati da lui o dai propri parenti. In una circostanza è stata sporta anche una falsa denuncia di furto presso un ufficio di Polizia di Napoli in cui l'indagato principale, fornendo un'identità falsa, aveva attestato fittiziamente di aver subito il furto con strappo di un cellulare, per inviare poi la denuncia a una società assicurativa e ottenere uno smartphone nuovo, che ha potuto rivendere a una terza persona ignara. Per garantire che il sistema criminale funzionasse - almeno in un primo momento - i tre indagati, in particolare il gestore del centro, avevano utilizzato carte di credito intestate a ignari soggetti fisici e giuridici, e avevano rivenduto i cellulari attraverso circuiti commerciali legali con rilascio di regolari ricevute fiscali. Al momento, i Carabinieri della Compagnia di Ischia hanno accertato cinque casi di telefoni cellulari ottenuti indebitamente e rivenduti dall'esercizio commerciale.