Camorra nel Casertano, Schiavone Jr: “I sindaci li approvavamo noi”

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Le dichiarazioni, rese dal figlio del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone, riguardano il processo che vede imputati l’ex sindaco di Casapesenna Zagaria e il boss Michele Zagaria 

Il pubblico ministero della Dda di Napoli, Maurizio Giordano, ha chiesto che vengano acquisite le dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia dei Casalesi, Nicola Schiavone, nel processo a carico dell’ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria, e del boss omonimo Michele Zagaria. Il procedimento è in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e vede alla sbarra i due per violenza privata aggravata. Nicola Schiavone è il figlio del capoclan Francesco Schiavone, conosciuto come “Sandokan”. “Schiavone – ha detto il pm - ha parlato diffusamente degli odierni imputati”. Il sostituto ha anche chiesto l’acquisizione dell’informativa redatta dalla Dia che contiene i riscontri alle dichiarazioni di Schiavone jr.

Come è nato il processo

Il processo ha preso il via a seguito della denuncia di un altro ex primo cittadino di Casapesenna, Giovanni Zara, costituitosi parte civile. Zara rimase sindaco solo per pochi mesi, a cavallo tra il 2008 e il 2009, e fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, di cui faceva parte anche Fortunato Zagaria, all’epoca vicesindaco. Zara, secondo l’accusa, fu sfiduciato per volere del boss e con la regia di Fortunato Zagaria perché si era messo contro il capoclan, allora latitante, organizzando eventi anti-camorra e auspicando diverse volte, in manifestazioni pubbliche, che il boss venisse catturato.

Le dichiarazioni del figlio del capoclan

"Fortunato Zagaria era una sorta di 'testa di legno' di Michele Zagaria", afferma il neo collaboratore di giustizia. Durante la prossima udienza, il 27 novembre, il collegio giudicante presieduto da Maria Francica deciderà se ammettere questo nuovo elemento di prova, che potrebbe portare anche alla deposizione di Schiavone Jr., e scioglierà la riserva anche su altre richieste di integrazione probatoria avanzate dall'accusa.

Il figlio del capoclan ha raccontato anche di come le amministrazioni di alcune cittadine del Casertano dove l'influenza dei boss era più forte - da Casal di Principe, regno degli Schiavone, a Casapesenna, paese di Zagaria - fossero controllate dal clan, e "ciò per mia diretta esperienza dal 2004". "A Casal di Principe - riferisce Schiavone Jr. - accadeva che alcune persone si proponessero di andare ad amministrare il Comune come sindaco; queste persone si rivolgevano a noi del clan e a me in particolare per il tramite delle persone di mia fiducia, per avere l'assenso alla loro candidatura. Io raccoglievo queste proposte e poi decidevo in base ad una sorta di valutazione delle personalità, tra cui la serietà nei nostri confronti e il profilo psicologico. Quindi davo il nulla osta. Nel caso di Casapesenna il sistema era esattamente lo stesso".

Sul ruolo di Zara, Schiavone Jr. è esplicito. "Al contrario di Fortunato Zagaria, Giovanni Zara, che è stato sindaco per breve periodo a Casapesenna, non era un sindaco a nostra disposizione, tanto che Michele Zagaria intervenne per farlo cadere dalla carica".

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