Scomparsi in Messico, parenti bloccano treni: la polizia li sgombera

Campania
Foto di Archivio

I binari sono stati liberati dai manifestanti che li avevano occupati questa mattina. La circolazione nella stazione di Napoli Centrale è ripresa dopo il nulla osta della polizia ferroviaria

La polizia ha liberato i binari della Stazione Centrale di Napoli, occupati da questa mattina alle 11:05, dai familiari dei tre napoletani scomparsi in Messico, e la circolazione ferroviaria sta gradualmente riprendendo dopo il nulla osta della polizia ferroviaria. Tre persone, tra i familiari dei tre scomparsi in Messico, sono state denunciate dalla polizia di Stato con l'accusa di interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale.

L'occupazione dei binari

I parenti di Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani dei quali non si hanno più notizie dallo scorso 31 gennaio, da quando cioè sono scomparsi in Messico, avevano occupato due binari, il 19 e il 20, della Stazione centrale di Napoli, impedendo la partenza del treno Frecciarossa 9620 diretto a Milano e di un altro Frecciarossa diretto a Salerno. 
La polizia ha prelevanto di peso le donne e le ragazze della famiglia Russo e Cimmino, mentre Daniele Russo, fratello di Antonio e figlio di Raffaele, si era infilato sotto un treno per impedirne la partenza. Qualche ora prima, Silvana Russo, moglie di Raffaele e madre di Antonio, ha poi accusato un malore ed è stata assistita dai suoi familiari. Invece, Vanessa Cimmino, moglie di Vincenzo, è andata in Prefettura a Napoli per un incontro accompagnata da altri tre parenti.

Le proteste alla Stazione di Napoli

Già in precedenza c’erano state tensioni davanti all’ingresso della Stazione dove i familiari avevano cercato di accedere nella hall. Le forze dell'ordine li avevano bloccati, chiudendo le porte della Stazione, ma i parenti e gli amici dei tre scomparsi hanno così inveito contro gli agenti. Alcuni indossano una maglietta bianca con la foto dei tre. Protestano perché da oltre 8 mesi e mezzo non hanno più notizie e ritengono che l’impegno delle istituzioni sia stato finora insufficiente. I tre napoletani sono stati prelevati da agenti messicani corrotti - come poi è emerso successivamente - e consegnati nelle mani di presunti appartenenti ai cartelli criminali locali.

La protesta dei parenti degli scomparsi

"Chiediamo per l'ennesima volta, dopo 9 mesi, per pietà, per carità, aiutateci perché non ne possiamo più". È l'appello di Serena, cugina di Vanessa Cimmino, moglie di Vincenzo Cimmino, lancia dai binari della Stazione centrale di Napoli.
"Non ne possiamo più, i responsabili dei rapimenti sono stati individuati, ma le istituzioni italiane non fanno pressione per farsi dire che fine hanno fatto I nostri parenti. Siamo pronti a tutto anche a bloccare l'aeroporto e l'autostrada".

Le parole degli avvocati

"Fino ad oggi le autorità italiane non hanno fatto valere la loro forza nei rapporti con il governo messicano e non siamo informati di quello che è lo stato delle indagini". Lo ha detto l'avvocato Luigi Ferrandino, che ieri ha accompagnato i familiari dei tre napoletani scomparsi dal console del Messico  a Napoli. "Al rappresentante diplomatico - ha detto il legale - ho fornito ulteriori chiarimenti sulla vicenda. Il console del Messico, infatti, oggi ha un appuntamento telefonico con l'ambasciatore del Messico al quale chiederà chiarimenti e informazioni, a stretto giro, sulle attività di indagine".
Claudio Falleti, che assiste le famiglie Russo e Cimmino ha detto "Le sparizioni forzate degli italiani in Messico, come quella di Raffaele, Antonio e Vincenzo sono un crimine contro l'umanità. Non solo: le indagini e la cooperazione con questo Paese sono sempre più difficoltosi. Mancano gli strumenti o la volontà?"
 

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