Camorra, in carcere imprenditore ritenuto vicino al boss Zagaria

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Sequestrate due società intestate a Nicola Fontana, braccio destro di Michele Zagaria. L'impresario avrebbe agevolato la latitanza del boss, durata 16 anni

La Guardia di Finanza di Napoli ha arrestato, su ordine del Gip del Tribunale di Napoli, l'imprenditore edile Nicola Fontana, sequestrando due società intestate al costruttore per un valore di 4 milioni di euro. Per la Dda di Napoli, che ha coordinato le indagini, Fontana, finito in carcere, sarebbe "un imprenditore di fiducia" del clan dei Casalesi, in particolare del boss Michele Zagaria, da cui avrebbe ottenuto una sorta di "benedizione" per potersi aggiudicare svariati appalti pubblici, come i lavori per i cimiteri di Casapesenna e di Trentola Ducenta, Comune del Casertano. A Trentola l'appalto fu poi revocato perchè la società di Fontana fu raggiunta da un'interdittiva antimafia.

Contestata l'associazione camorristica

L'imputato sarebbe stato costantemente favorito dal clan e, per questo, gli è stata contestata l'associazione camorristica. In cambio, secondo numerosi collaboratori di giustizia, lo stesso uomo d'affari avrebbe agevolato la latitanza di "Capastorta", durata oltre 16 anni, versando nelle casse del clan una quota degli importi dei lavori pubblici ottenuti, oltre ad aver cambiato più volte gli assegni degli imprenditori costretti a pagare il pizzo.

Indagate altre persone

Nell'inchiesta risultano indagate anche altre persone, ritenute prestanome di Fontana; a loro l'arrestato avrebbe intestato le quote delle due società edili create dopo il fallimento di un'altra sua impresa. Di fatto, era proprio Fontana a gestire le due aziende di costruzione, poi poste sotto sequestro.

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