Napoli, Secondigliano: droga e telefonini nelle mani dei boss detenuti

Campania
Foto di archivio (ANSA)

La denuncia arriva dal Sappe, un sindacato di polizia penitenziaria, che segnala l'episodio avvenuto sabato 13 ottobre, i detenuti coinvolti sarebbero legati ai clan campani

Droga e telefonini in possesso dei detenuti nelle carceri campane. A lanciare l'allarme è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, il Sappe. L'ultimo ritrovamento è avvenuto sabato 13 ottobre, quando gli uomini della polizia penitenziaria e quelli del nucleo cinofilo regionale sono entrati nel carcere di Secondigliano per un controllo.

Il blitz

"Ieri pomeriggio - racconta Emilio Fattorello, segretario campano del Sappe - sono stati rinvenuti micro telefonini e hashish. Questa volta i detenuti del reparto S4 si sono accorti dell'arrivo del personale per una improvvisa perquisizione, hanno lanciato dalle finestre delle celle alcuni cellulari e dosi di sostanza stupefacente, illegalmente detenuti. Gli uomini in divisa della Polizia Penitenziaria - prosegue Fattorello - hanno potuto raccogliere ben tre telefonini e diversi involucri contenenti droga, lanciati dalle finestre del reparto occupato da 200 detenuti appartenenti alla criminalità organizzata che fa capo a diversi clan campani. Determinante per il ritrovamento della sostanza stupefacente l'intervento del Nucleo Cinofilo Regionale e il fiuto del cane Buk”.

I telefonini nelle mani dei boss

“Ormai la detenzione illecita dei telefonini è divenuto un fenomeno di vaste proporzioni nel Centro Penitenziario di Secondigliano – continua il sindacalista - dove sono ristretti per la totalità detenuti camorristi che di sicuro riescono a gestire il loro malaffare grazie al possesso e uso di tali apparecchi telefonici. Il Sappe esprime compiacimento alle donne e uomini della Polizia Penitenziaria che negli ultimi tempi con alto senso del dovere e professionalità riescono a garantire, tra tante difficoltà, la sicurezza e legalità".

Le tensioni nelle carceri

"Il dato oggettivo - sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sappe - è che gli eventi critici di Secondigliano confermano che la tensione che caratterizza le carceri, al di là di ogni buona intenzione, è costante. La popolazione detenuta della Campania è assai eterogenea e complessa e determina pesanti condizioni di lavoro per gli agenti".

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