Elon Musk su X parla solo di politica? L'analisi dei post

Il mutamento di Elon Musk è sotto gli occhi di tutti: nel giro di un paio di anni, il patron di Tesla, SpaceX e X è passato dall’interessarsi quasi esclusivamente a questioni economiche e definirsi un “moderato” a un fervente attivismo politico a favore di Donald Trump, anche attraverso donazioni alla sua campagna e la messa a disposizione di X per interviste e dirette streaming. Il crescente attivismo di Musk in favore del Partito repubblicano lo ha portato qualche giorno fa a condividere il palco con l'ex presidente davanti a migliaia di persone a Butler, la cittadina della Pennsylvania dove lo scorso 13 luglio Trump subì un attentato quasi mortale. La figura di Musk è diventata sempre più centrale nel dibattito politico americano, non solo perché in qualità di uomo più ricco del mondo può spostare gli equilibri economici della corsa alla Casa Bianca, ma soprattutto perché la piattaforma di sua proprietà, X, è uno dei social network più influenti del mondo e il suo account personale da oltre 200 milioni di followers rappresenta un potente megafono. Come siamo arrivati fin qui? Il Wall Street Journal ha analizzato quasi 42 mila post e interazioni di Musk su Twitter dal 2019 e la fine di luglio 2024, scoprendo che nei primi sette mesi di quest’anno ha avuto 230 volte più interazioni al mese contenenti termini politici rispetto al 2019. Fino alla fine del 2021, Musk non aveva quasi mai nominato Trump o Biden sul suo feed, iniziando a farlo, sporadicamente, solo nei primi mesi del 2022. Ma dal novembre dello stesso anno, il mese successivo alla sua acquisizione di Twitter, il miliardario ha iniziato a menzionare sempre di più gli allora contendenti alla presidenza, fino ad arrivare a parlare giornalmente di politica e a nominarli in 315 interazioni nel solo mese di luglio. Al contempo, la percentuale di post riguardanti l’economia e le sue attività imprenditoriali è diminuita. Circa due terzi dei tweet di Musk del luglio 2019 riguardavano le automobili o lo spazio, due temi centrali per le sue aziende, mentre i pochi che riguardavano la politica erano generalmente legati ai suoi interessi economici. Nel luglio di quest’anno, circa un quinto dei quasi 2.200 post di Musk riguardavano le sue aziende o temi strettamente economici, mentre il 60% dei post avevano come temi centrali la politica, i media, l’attualità o questioni culturali. Secondo l’analisi del Wall Street Journal, la svolta sarebbe arrivata nelle prime settimane della pandemia da Covid-19, quando Musk ha twittato: “Il panico da coronavirus è stupido”, raccogliendo per la prima volta più di un milione di “mi piace”. Da quel momento in poi, i suoi tweet hanno assunto un tono sempre più politico, in aperta critica contro le misure restrittive implementate dal governo locale della California durante la pandemia - che hanno avuto un impatto negativo sull’apertura dei suoi stabilimenti - e in generale sulle politiche relative al settore automobilistico avanzate dall’amministrazione Biden - che secondo Musk starebbe trattando in modo ingiusto le sue aziende.