Quali sarebbero i Paesi più "colpiti" da un secondo mandato Trump?

Con l’avvicinarsi delle elezioni statunitensi del prossimo 5 novembre, sempre più analisti si stanno chiedendo cosa succederebbe al commercio globale e alle relazioni internazionali nel caso di una seconda presidenza Trump. L’Economist ha provato a ipotizzare quali sarebbero i Paesi più colpiti dalle politiche isolazioniste e protezionistiche proposte dal Partito Repubblicano, che prevedono - tra le altre cose - la deportazione di massa degli immigrati irregolari presenti sul suolo statunitense e la protezione delle frontiere, l’innalzamento dei dazi sulle importazioni e la limitazione degli aiuti militari a Paesi stranieri. L’Economist Intelligence Unit, la branca dell'Economist che si occupa di ricerche e analisi, ha stilato il “Trump risk index”, un indice che assegna un punteggio ai 70 Paesi più legati agli Stati Uniti in base a quanto sarebbero colpiti dalle politiche di Trump. Più vicini, più dipendenti, ma per motivi diversi Primo di questa particolare classifica è il Messico, il principale partner commerciale degli Stati Uniti da cui provengono milioni di migranti regolari e irregolari che ogni anno arrivano sul suolo statunitense. Il Paese centroamericano sarebbe colpito in particolar modo da eventuali dazi sulle importazioni, dato che negli ultimi anni il suo surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti è aumentato fino a toccare quota 152 miliardi nel 2023. Sempre in ottica protezionistica, Trump potrebbe mettere in discussione il trattato di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada, in vista della decisione sul suo prolungamento di ulteriori dieci anni prevista per il 2026. Rimanendo in America centrale, Costa Rica e Panama - rispettivamente secondi e quinti nel Trump risk index - sono altri due Stati particolarmente esposti a un eventuale secondo mandato Trump. Stavolta, tuttavia, l’economia c’entra in misura minore: i due Paesi sono tra i pochi al mondo a non disporre ufficialmente di un esercito e la loro capacità di difesa è fortemente legata agli aiuti militari statunitensi. Repubblica Dominicana, El Salvador, Honduras e Guatemala subirebbero invece le conseguenze di leggi stringenti sull’immigrazione, dato che le rimesse provenienti dagli Stati Uniti contribuiscono a una percentuale compresa tra l’8% e il 23% del loro Pil. I Paesi Nato L’Italia e gli altri Paesi alleati degli Stati Uniti sotto l’ombrello della Nato potrebbero risentire di un crescente isolazionismo statunitense, in quanto oltre ai forti legami commerciali, parte della loro sicurezza dipende dalla protezione e dagli aiuti militari americani. In particolare, Germania e Giappone - rispettivamente terzi e settimi nel Trump risk index - hanno ampi surplus commerciali nei confronti degli Stati Uniti e vista la spesa per la difesa relativamente bassa rispetto al Pil, dipendono in particolar modo dalla protezione statunitense. Cina e Stati Uniti: rivali ma legati Nonostante la rivalità con gli Stati Uniti, la Cina è il Paese asiatico che più risentirebbe di un secondo mandato Trump. Per via dei forti legami commerciali tra i due Paesi e l’enorme surplus in favore delle importazioni cinesi contro cui Trump si battè anche durante il primo mandato, si trova infatti in sesta posizione nel Trump risk index. I Paesi meno colpiti da un ipotetico secondo mandato Trump sono quelli che negli ultimi anni si sono resi più indipendenti dagli Stati Uniti in materia di commercio e sicurezza. Tra questi ci sono l’Arabia Saudita e la Russia, ma anche l’Australia, che recentemente ha puntato di più sui legami commerciali con i Paesi dell’Asia e del Pacifico.

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