Missione Unifil, perché in Libano ci sono 1.200 militari italiani: i loro compiti

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Introduzione

L'Idf ha attaccato la missione Unifil, colpendo il quartier generale a Naqura e le due basi italiane 1-31 e 1-32A. Secondo fonti di sicurezza, l'offensiva di Tel Aviv alla forza di pace dell'Onu avrebbe come obiettivo quello di "costringerla a ritirarsi" per non avere "testimoni scomodi" in vista di "pianificazioni future" dell'esercito. Gli attacchi israeliani alla Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite sono stati condannati da Italia, Francia e Spagna che li hanno definiti "inaccettabili". 

 

Della missione Unifil fa parte un contigente di 1.200 soldati italiani, che hanno il compito di controllare e supervisionare il ritiro israeliano dal Libano dopo l'invasione. Ma quali sono le loro funzioni? Vediamolo insieme

Quello che devi sapere

La missione Unifil

Istituita il 19 marzo 1978 con le risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'Unifil (Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite) è una forza militare di interposizione dell'Onu. Nata con l'obiettivo di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal sud del Libano, ristabilire la pace e la sicurezza nazionale e assistere il governo libanese a ripristinare la sua effettiva autorità nella zona. Dopo l'intervento israeliano in Libano nel 2006, il mandato viene rinnovato ogni anno dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. Ora, la missione Unifil conta circa 10.500 militari provenienti da 46 Paesi

Cosa fanno i soldati della missione Unifil

Attualmente l'Unifil vede protagonisti circa 10.500 militari provenienti da 46 Paesi. Il loro compito, come stabilito dalla risoluzione n. 1701 del 2006 con cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha ridefinito gli obiettivi della missione, è quello di monitorare la cessazione delle ostilità, contribuire ad assicurare l'accesso umanitario alle popolazioni civili e il ritorno sicuro delle persone sfollate

Le truppe italiane in Libano

L'Italia, che rappresenta il maggiore contributore di truppe di Unifil insieme all'Indonesia, è entrata a far parte della missione nel giugno 1979. Attualmente, le truppe italiane contano circa 1.200 unità di personale militare, il cui compito è quello di pattugliare la cosiddetta “Blue line” (che separa Israele dal Libano), assistere la popolazione civile e fornire supporto all'esercito libanese

Le truppe italiane in Libano /2

Il contributo italiano si estende anche alla Maritime Task Force, responsabile delle operazioni di sicurezza marittima, e all'International Support Group for Lebanon (Isg). L'Italia fornisce un importante supporto alla missione grazie anche alla task force Italair, un'unita di elicotteri dell'esercito italiano

Dove si trovano le truppe italiane

Il personale militare italiano è schierato nel settore occidentale della missione, vicino al confine con Israele. Le basi principali sono a Shama (nella base chiamata “Leonte 2”), Mayoun (nella base “Leonte 1”) e nel quartier generale del Sector West di Shama

La condanna di Italia-Francia-Spagna

Italia, Francia e Spagna "in qualità di nazioni che da tempo contribuiscono all'Unifil e di partner del Libano e di Israele" hanno espresso, in una nota congiunta, "sdegno e condanna" per gli "attacchi ingiustificabili" di Tel Aviv ai caschi blu dell'Onu, attacchi che devono "cessare immediatamente". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni li ha definiti "inaccettabili" e ha parlato della "decisa protesta" del governo italiano "con le autorità israeliane", sottolineando poi la necessità di "rafforzare le forze armate in Libano"

La risposta di Netanyahu

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha negato fermamente che le forze dell'Idf abbiano preso di mira di proposito le forze di pace dell'Onu in Libano. "L'accusa che Israele abbia deliberatamente attaccato il personale dell'Unifil è completamente falsa", ha detto. "È esattamente il contrario - ha aggiunto Netanyahu - Israele ha ripetutamente chiesto all'Unifili di allontanarsi dal pericolo, ha ripetutamente chiesto loro di lasciare temporaneamente la zona di combattimento, che è proprio accanto al confine di Israele con il Libano"