Indonesia, l’ascesa dei militari risveglia i fantasmi del passato

In Indonesia il rafforzamento del ruolo dei militari da parte del presidente Prabowo Subianto desta preoccupazione nella società civile memore della dittatura che ha governato il Paese fino a meno di trent’anni fa. Il Parlamento di Giacarta ha approvato una riforma della legge sulle forze armate che reintroduce la possibilità per i militari in servizio attivo di occupare ruoli nelle amministrazioni pubbliche. La proposta è stata sponsorizzata dal Partito del Movimento della Grande Indonesia, la formazione nazionalista e populista di destra a cui appartiene Prabowo, che peraltro ha imposto diverse nomine di militari nell'amministrazione, tra cui quella del suo stesso capo di gabinetto pescato tra i ranghi dell'esercito. A contribuire ai dubbi è la storia politica stessa del presidente, eletto nel 2024 dopo due tentativi fallimentari contro l’ex capo dello Stato Joko Widodo. L’ex generale Prabowo fa avanzare i militari nello Stato Prabowo, 73 anni, è un ex militare che ha fatto carriera, raggiungendo il grado di generale, durante gli anni del regime del dittatore Suharto, la cui figlia è peraltro la sua ex moglie. A lungo ufficiale dell'unità Kopassus, le forze speciali indonesiane, Prabowo ha guidato operazioni durante l'invasione indonesiana di Timor e il conflitto tra il governo di Giacarta e i separatisti di Papua in cui più volte le sue unità si sono macchiate di atrocità e massacri, ed è accusato anche di aver contribuito ai disordini che nel maggio del 1998, poco prima della caduta di Suharto, portarono l'esercito a massacrare almeno mille persone della comunità cinese di Giacarta. Espulso dall’esercito dopo la fine del regime dittatoriale, si è rilanciato come imprenditore prima e politico poi. E ora l’ipotesi che a Giacarta possa tornare una casta di militari cresciuta negli anni della dittatura dell’ex suocero dell’attuale presidente appare tutt’altro che remota. Con la riforma del 2004, ai militari era consentito servire solo in un novero ristretto di istituzioni collegate alla sicurezza e all’ordine pubblico. Ora questo muro è crollato. I timori del ritorno del passato Come ha fatto notare Paola Morselli, ricercatrice dell’Ispi, per la politica democratica e la società civile indonesiana “il timore è principalmente che questi emendamenti possano portare alla reintroduzione della dottrina nota come dwifungsi, o “dual function”, che durante il regime di Suharto permetteva ai militari di ricoprire contemporaneamente incarichi nelle forze armate e posizioni civili all’interno del governo”. Una pratica che, sottolinea Morselli, “aveva portato a una commistione tra l’élite militare e il governo, contribuendo a rendere opachi i processi decisionali e favorendo corruzione e mancanza di trasparenza”. Prabowo ha, inoltre, già nominato almeno 100 funzionari che fanno parte dell’esercito in posizioni legate al governo prima dell’approvazione della ratifica legislativa, che sana quelle che fino a pochi giorni fa erano delle irregolarità amministrative. Arif Maulana del Legal Aid Institute, un’organizzazione anticorruzione indonesiana, ha criticato la revisione della legge sulle forze armate. La mossa di Prabowo è stata definita “un crimine legislativo che minaccia gli indonesiani e il futuro della democrazia”, anche a causa della mancanza di trasparenza nel processo di stesura. Il ruolo ipertrofico dei militari La riforma legislativa non è l’unico campo in cui la politica ha agito per ampliare lo spazio d’influenza dell’esercito. L’affidamento di molti programmi di sviluppo economico e di assistenza sociale alle forze armate ha posto dubbi sul fatto che queste scelte possano portare i militari a giocare un ruolo eccessivamente potente nel Paese. Ad esempio, ricorda il Financial Times, “l'esercito sta fornendo supporto logistico al programma di pasti gratuiti varato dal presidente, che ogni giorno fornisce cibo a 82 milioni di bambini in età scolare e madri incinte”. Il progetto, dal valore di 28 miliardi di dollari l’anno, comporterà importanti appalti e la gestione di una quota notevole di risorse. Prabowo, inoltre, “ha annunciato piani per 100 battaglioni di sviluppo territoriale per aiutare le comunità locali a raggiungere l'autosufficienza alimentare, una delle principali priorità per la presidenza” che l’esercito avrà in capo. Dewi Fortuna Anwar, dirigente dell'Agenzia nazionale per la ricerca e l'innovazione dell'Indonesia, ha detto che queste scelte “non sono in linea con una buona governance e prefigurano il predominio della sicurezza sulla democrazia”. L’Indonesia, Paese in rapida modernizzazione e crescita economica, sconta tutti i problemi di una giovane democrazia. La volontà di Prabowo di riportare l’esercito al centro della vita politica, risveglia timori mai sopiti in un Paese che deve ancora fare i conti con la sua storia recente e ha una memoria controversa del suo passato autocratico.

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