Elezioni Usa, perché gli elettori democratici non sono andati a votare

Le prime analisi del voto di martedì scorso suggeriscono che la vittoria di Trump sia da attribuire non solo al suo successo nel mobilitare l’elettorato repubblicano e nel convincere gli indecisi, ma anche alla bassa affluenza tra gli elettori democratici. Il New York Times e il Wall Street Journal hanno analizzato il voto negli Stati dove lo scrutinio è quasi completo, giungendo alla stessa conclusione: meno elettori democratici si sono recati alle urne rispetto a 4 anni fa, soprattutto nelle contee tradizionalmente più di sinistra. Un dato che può risultare in controtendenza, visto l’aumento dell’affluenza registrato tra i Dem dopo l’elezione di Trump nel 2016, che gli aveva permesso di ottenere la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti alle elezioni di mid-term del 2018, di vincere le presidenziali nel 2020 e di fermare la cosiddetta “onda rossa” prevista dai sondaggi alle elezioni di mid-term del 2022. Secondo l’analisi del New York Times, nelle contee in cui Biden era andato meglio nel 2020, nel 2024 sono mancati 1,9 milioni di voti per i democratici. Al contrario, nelle contee a maggioranza repubblicana i voti per Trump sono aumentati di 1,2 milioni. Il calo avrebbe riguardato elettori appartenenti alle più diverse fasce demografiche ed economiche, verificandosi sia nelle contee dove i dati sull’economia e l’occupazione erano positivi, che in quelle in cui erano negativi, ma anche nelle aree con più elettori neri, ebrei e laureati, gruppi tradizionalmente in favore dei democratici. Il declino dell'affluenza tra i Dem è avvenuto in città importanti come Detroit e Filadelfia, rendendo molto difficile per Harris vincere i rispettivi Stati chiave di Michigan e Pennsylvania. In Pennsylvania, Trump è andato molto bene nelle cinque contee con la più alta percentuale di elettori registrati come democratici: Allegheny, Delaware, Lackawanna, Montgomery e Philadelphia - tutte contee urbane o suburbane che includono porzioni delle principali città dello Stato . In queste roccaforti democratiche, la partecipazione al voto è stata inferiore rispetto al 2020, il che ha fatto sì che Harris ricevesse circa 78.000 voti in meno rispetto a Biden, mentre Trump ne ha guadagnati 24.000. Sebbene Harris abbia vinto in queste contee, non lo ha fatto con i margini necessari per compensare l’avanzamento dei repubblicani nelle aree a loro più favorevoli. Discorso simile vale per il Michigan, dove secondo il New York Times la vittoria di Trump è da attribuire principalmente alla bassa affluenza nella contea di Wayne, la più popolosa dello Stato, che include Detroit e alcuni dei suoi sobborghi. Anche qui Harris ha vinto, ma ha ottenuto circa 61.000 voti in meno rispetto a Biden quattro anni fa, mentre Trump ne ha guadagnati 24.000. La buona performance di quest’ultimo nelle altre contee dello Stato a lui favorevoli - come in Pennsylvania - ha fatto il resto. Ma questo trend negativo va oltre gli Stati chiave. In molte delle contee urbane dove lo scrutinio è quasi definitivo, il New York Times ha calcolato che Harris ha ottenuto 2 milioni di voti in meno rispetto a Biden nel 2020, con un calo complessivo della partecipazione di circa 1,7 milioni di voti. Ad esempio in Illinois, nella contea di Cook , l'affluenza è diminuita del 20%: Harris ha ottenuto 417.000 voti in meno rispetto a Biden, mentre Trump ha mantenuto pressoché invariato il suo risultato del 2020. Ma non bisogna dimenticare che nonostante il calo dell’affluenza tra i democratici, sono altrettanto forti i segnali di come Trump sia riuscito a spostare il voto di molti elettori. Nelle periferie delle città americane, dove Biden era andato molto forte, Harris ha perso circa 940.000 voti rispetto al 2020, mentre Trump ne ha guadagnati 1,3 milioni. In Texas, uno Stato che sembrava sulla strada per diventare sempre più “blu”, Harris ha ottenuto 450.000 voti in meno rispetto a Biden, mentre Trump ha aumentato il suo margine di 485.000 voti. Le cause del declino dell’affluenza tra i Dem Secondo analisti e attivisti intervistati dai quotidiani americani, i motivi del declino dell’affluenza tra i democratici nelle contee a loro favorevoli sono diversi. In primo luogo, un calo potrebbe essere fisiologico, dato che nel 2020 in molti Stati l’affluenza fu spinta dalla possibilità di votare via posta. Inoltre, il contesto economico post-pandemia avrebbe intrinsecamente sfavorito la candidata democratica, che non avrebbe avuto il tempo necessario per riorganizzare la campagna dopo aver preso il posto di Biden, il cui calo di popolarità ha rappresentato ulteriore ostacolo. Altri criticano la strategia di Harris, ritenendo che la sua campagna abbia puntato troppo sugli elettori repubblicani moderati e su un messaggio troppo incentrato sulla minaccia alla democrazia rappresentata da Trump, invece di concentrarsi su proposte di carattere economico che avrebbero potuto attirare l'elettorato deluso e disaffezionato. Infine, la campagna di Harris, nonostante l’enorme quantità di fondi a disposizione, avrebbe puntato su metodi di mobilitazione troppo tradizionali, come la campagna elettorale porta a porta, che hanno avuto un impatto positivo solo in alcune aree. Trump, dal canto suo, ha saputo sfruttare una serie di nuove normative elettorali federali che gli hanno permesso di coordinarsi con gruppi esterni alla sua campagna, come il Super PAC di Elon Musk, che ha investito 175 milioni di dollari nel tentativo di spingere gli elettori repubblicani alle urne. In generale, la campagna di Trump è stata più costante e incisiva, riuscendo a raggiungere un grande numero di elettori su scala nazionale, mentre i Democratici hanno concentrato i loro sforzi su un numero limitato di Stati chiave.

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