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Usa 2024, dallo scoiattolo Peanut all'orso di Kennedy: la svolta "bestiale" di Trump

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Ipa / Instagram

La recente morte dello scoiattolo, star di Instagram con oltre 900mila follower, ha in qualche modo condizionato il voto americano. Infatti, il mondo animale è comunque connesso con quello trumpiano. Ecco perchè 

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Ad esultare per la seconda elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti sono stati milioni di americani ma, chissà, forse anche una minuscola falena con un’apertura alare di circa 10 millimetri, scoperta nel 2017 e denominata “Neopalpa donaldtrumpi”, dettagliatamente descritta in uno studio scientifico. Ad ispirare il nome di questa specie era stata la testa del piccolo insetto, soprattutto per la disposizione di alcune scaglie bianche e arancioni sulla testa che ricordano la particolare acconciatura del tycoon. Il nuovo corso trumpiano, in questo senso, potrebbe avere una stretta connessione con il mondo animale, soprattutto considerando l’influenza che hanno avuto gli animali durante la campagna elettorale di Trump. Primo tra tutti lo scoiattolo Peanut.

Il caso dello scoiattolo Peanut

La recente morte dello scoiattolo, star di Instagram con oltre 900mila follower, ha infatti in qualche modo condizionato il voto americano. L’animale era di proprietà di Mark Longo, che grazie alle potenzialità social ha reso un fenomeno mediatico “Peanut the Squirrel”. L’uomo, sette anni fa, lo aveva salvato dopo che lo stesso era rimasto gravemente ferito a seguito dell'attacco di un animale selvatico. Peanut, diventato nel frattempo un vero e proprio simbolo sul web, è stato sequestrato e soppresso, proprio a ridosso del voto americano, dalle autorità dello Stato di New York a causa di una serie di denunce anonime che sostenevano che la sua detenzione violasse le normative sulla fauna selvatica, che fosse portatore di rabbia e, persino, che avesse morso un uomo. La storia di Peanut ha scatenato una decisa ondata di indignazione negli Stati Uniti e non solo, arrivando persino ad Elon Musk, fiero sostenitore di Trump, che ha deciso di perorare la causa del tycoon criticando l'intervento governativo e definendolo “un eccesso di ingerenza”. “È troppo chiedere di avere un governo che si concentra sulla difesa dei diritti degli americani invece di fare irruzione nelle case per sopprimere i loro animali?”, aveva sottolineato il miliardario imprenditore. Da qui è nato lo slogan “Peanut for Trump”, simbolo di critica dei sostenitori del tycoon nei confronti delle politiche del partito democratico. In questo senso il vice di Trump, il senatore J. D. Vance, aveva usato questa storia per rilanciare persino la sua battaglia contro l'immigrazione. "Mentre questo governo lascia entrare indisturbati gli immigrati clandestini, sopprimiamo un povero scoiattolo. I democratici hanno ucciso l'Elon Musk degli scoiattoli", aveva tuonato.

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Il rapporto controverso con gli animali

Ma se si può parlare di “svolta bestiale” è perchè altri animali sono stati protagonisti della campagna elettorale e le loro storie torneranno ora che Trump sta costruendo il nuovo governo degli Stati Uniti. Anche se, rispetto a Peanut, sono stati usati per sottolineare fake news o soppressi in modo spietato. Solo due mesi fa, ad esempio, i Repubblicani avevano rilanciato la storia falsa degli immigrati haitiani che a Springfield, Ohio, si nutrivano di cani e gatti rapiti dalle case delle famiglie americane. E al governo è stata chiamata adesso come segretario agli Interni Kristi Noem, governatrice del South Dakota, la cui carriera politica sembrava bruciata qualche mese fa, dopo aver rivelato, nella sua autobiografia, di aver ucciso a sangue freddo il suo giovane cane da caccia, Cricket, solo perché non si sarebbe dimostrato all'altezza del suo compito. Poi è saltata fuori la storia di Kevin Roberts, regista del divisivo “Project 2025”, il piano di transizione autoritaria, che aveva ammesso di aver ucciso nel 2004 a colpi di vanga il pit bull del suo vicino. Nella squadra di Trump ci sarà anche Robert Kennedy Jr, che proprio durante la campagna elettorale ha candidamente ammesso di aver scaricato a Central Park la carcassa di un orso trovato morto lungo la strada, mettendo in piedi una messa in scena come se l'animale fosse stato ucciso da un ciclista. Kennedy inizialmente si era caricato in macchina la carcassa, per metterla nel congelatore di casa e mangiarne poi la carne, ma quel giorno aveva fatto tardi ed era in attesa di prendere l'aereo, per cui aveva deciso di liberarsi dell'orso a Central Park.

Eolico e balene

Ma tornando ad animali che potrebbero essere “soddisfatti” per l’esito elettorale americano ecco che potrebbero esserci anche le balene. Lo scorso aprile il quotidiano “Washington Post” aveva riportato che, durante una cena nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, Trump aveva fatto una dichiarazione abbastanza netta: “Io odio il vento”. Certo, suoi commensali erano alcuni rappresentanti dell’industria petrolifera, pronti a sostenere la sua rielezione. Ma l’odio di Trump per il vento non è difficile da spiegare, essendo coerente con la sua idea di politica energetica da cui nasce anche la sua negazione del cambiamento climatico. Si tratta comunque di un sentimento che ha manifestato spesso da quando è sulla scena della politica americana. Nel 2019, da presidente, si era spinto a insinuare che le turbine eoliche causino il cancro. Ma anche che possano sterminano gli uccelli. Sottolineando pure che "i generatori a vento attraggono le balene e le fanno morire in un numero mai visto prima".

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