Il professore decapitato interroga la Francia sul valore della laicità

Poche settimane prima che alla Corte d’Assise speciale di Parigi iniziasse il 4 novembre il processo per l’omicidio di Samuel Paty, nelle librerie francesi è uscito un libro scritto dalla sorella Mikaëlle Paty. Si intitola “Le cours de Monsieur Paty”, “Il corso del Signor Paty”, e racconta gli ultimi giorni della vita del professore dal punto di vista della famiglia. O meglio, di una parte della famiglia. Già, perché la seconda sorella di Samuel Paty, Gaëlle Paty, ha scelto di non vendere il libro nella libreria di cui è proprietaria. Un libro che, secondo lei, sarebbe contrario alle idee del fratello ucciso e oggetto di strumentalizzazione da parte della destra in chiave anti-musulmana. Il professore vittima di un attentato nel 2020 Samuel Paty è stato ucciso il 16 ottobre 2020 all’uscita dalla scuola media dove insegnava Storia e Geografia, a Bois d'Aulne, nella banlieue parigina. Era l’ultimo giorno di classe prima delle vacanze autunnali, vacanze agognate poiché da dieci giorni il professore era oggetto di una violenta campagna di diffamazione online. Tutto era cominciato dopo una lezione sulla libertà di informazione, materia curricolare in Francia, durante la quale - seguendo le indicazioni ministeriali - Paty aveva posto un quesito di attualità agli studenti: “Essere o non essere Charlie?”. Il lavoro spingeva a riflettere sull’attentato che ha colpito la redazione del settimanale satirico nel gennaio 2015, attraverso alcuni testi e vignette satiriche con Maometto protagonista. In ragione della sensibilità del tema, il professore aveva invitato gli alunni che fossero disturbati dalle vignette a uscire dalla classe, se lo ritenevano necessario. Quel giorno una delle sue alunne, la 13enne Z., era assente. Eppure fu proprio lei, il giorno successivo, a raccontare ai propri genitori di essersi sentita discriminata durante la lezione. Un modo - è stato accertato nella prima parte del processo svoltosi nel 2023 e che ha visti protagonisti i minorenni coinvolti in questa caso - per giustificare in famiglia la sospensione ricevuta il giorno successivo per cattiva condotta. Una bugia sufficiente ad avviare una spirale di minacce a danno di Samuel Paty, prima su iniziativa del padre dell’alunna, poi supportato dal predicatore islamico Abdelhakim Sefrioui. Una campagna diffamatoria montata in dieci giorni, che ha raggiunto il 18enne radicalizzato Abdoullakh Anzorov e l’ha spinto a cercare il “cane infernale” responsabile di aver “insultato il Profeta” per pugnalarlo e decapitarlo. E’ stato proprio il 18enne di origini cecene a vantarsi del crimine, pubblicando online una foto della testa tagliata e “dedicandola” al Presidente Macron. La mancata solidarietà Il ruolo dell’istituto scolastico e dei colleghi - che in alcuni casi hanno apertamente preso le distanze dal professore, accusandolo di “islamofobia” - è fortemente criticato proprio nel libro “Le cours de Monsieur Paty” scritto da Mikaëlle Paty. Secondo lei, il fratello sarebbe stato lasciato solo nonostante le esplicite minacce ricevute online. E questo, argomenta l’autrice, per paura di difendere esplicitamente il diritto alla laicità nella scuola francese di fronte al rischio di ritorsioni. E’ per via di questo punto di vista che la sorella Gaëlle Paty ha rifiutato di esporre in vendita il libro pubblicato dalla sorella, che rischierebbe a detta sua di enfatizzare le divisioni e le spinte anti-musulmane nella società francese a vantaggio della destra del Rassemblement National. La laicità sempre meno accettata in Francia Di certo il tema è sensibile, in una società divisa come non mai. La laicità “alla francese” caratteristica dell’educazione pubblica francese e introdotta per legge nel 2004, non viene più percepita come una valore universalmente riconosciuto. Mentre il ministero dell’Educazione ribadisce che il rispetto della laicità e la totale assenza di simboli religiosi in classe resta una priorità, l’introduzione del divieto esplicito dell’abaya - l’abito tipico musulmano - nel settembre 2023 aveva causato l’esplosione degli “atti contro la laicità” nelle scuole e reso obbligatoria la presenza di “consulenti sulla laicità” in tutti gli istituti pubblici. Il concetto di laicità però è sempre meno popolare: un sondaggio dell’Istituto francese di sondaggi Ifop registrava nel dicembre 2023 che secondo il 78% dei cittadini musulmani è contrario al principio di laicità e lo considera discriminatorio e islamofobico. Le percentuali sono anche più alte tra gli under 30. Di fronte a questo malumore crescente i professori si sentono lasciati soli, denunciano i sindacati di categoria, ricordando che nell’ottobre 2022 ad Arras un secondo professore di Storia, Dominique Bernard, è stato ucciso in un attentato terroristico. Il processo per il barbaro omicidio di Samuel Paty potrebbe essere l’occasione per riflettere su questa eredità di paura e divisione.