Giappone-Ue, l’accordo sulla Difesa e le sue conseguenze

L’Unione Europea e il Giappone fanno squadra per la Difesa e rilanciano sull’integrazione tra le strategie di tutela dell’area euroatlantica e la protezione dell’Indo-Pacifico contro le minacce comuni. La Japan-Eu Defence and Security Partnership conclusa a Tokyo dall’Alto Rappresentante uscente per la Politica Estera e di Sicurezza Comune Josep Borrell è il primo accordo-quadro di questo tipo che il blocco sigla con una nazione dell’Asia orientale. I Ventisette e il Giappone hanno deciso di ampliare il Japan-Eu Summit che si svolge con cadenza annuale ai temi della politica estera e di sicurezza; esploreranno le prospettive per un crescente scambio di informazioni su dossier strategici; svilupperanno la cooperazione operativa in ambito militare e focalizzeranno nell'ambito aeronavale la loro cooperazione. L'accordo parla di un possibile appoggio della marina nipponica alle unità europee della task force Atalanta che opera in funzione anti-pirateria al largo delle coste del Corno d'Africa e di sviluppi circa l'appoggio del Giappone a una presenza più stabile delle flotte europee nell'Indo-Pacifico. I veri interessi comuni tra Ue e Giappone L’accordo matura in un contesto di grande fragilità dell’ordine internazionale, in cui, da un lato, i Paesi occidentali hanno alzato l’asticella della loro presenza militare nell’area indo-pacifica, estesasi negli ultimi mesi dalla tradizionale attività degli Stati Uniti a quella di diverse nazioni europee, come Italia, Francia e Germania che hanno schierato forze aeree e navali. E dall’altro gli Stati esterni al sistema di alleanze degli Usa e dei loro partner aumentano le loro attività, come dimostrano le esercitazioni congiunte di Russia e Cina e l’impegno della Corea del Nord a fianco di Mosca in Ucraina. In quest’ottica matura la nuova partnership, la cu focalizzazione militare e securitaria appare decisamente diversa dai tradizionali accordi economici, securitari e tecnologici che univano Bruxelles e Tokyo. Accordi, questi, anticipati da altre forme di collaborazione, come quella avviata dall’Italia con il Giappone e il Regno Unito per sviluppare il caccia di sesta generazione Global Combat Air Program . In quest’ottica, Borrell da Tokyo ha parlato di “inscindibilità” della sicurezza del teatro euro-atlantico e di quello Indo-Pacifico. Ad oggi, però, il vero interesse securitario congiunto di Unione Europea e Giappone non sembra essere quello di rispondere a scenari come un conflitto in Estremo Oriente tra Cina e Paesi filo-occidentali, che appare estremamente remoto, o a un coinvolgimento di Tokyo nelle dinamiche europee, che non è nell’interesse del Giappone. Impegno per la sicurezza Piuttosto, l’accordo può avere un valore politico come un impegno per la stabilità del contesto internazionale tra sistemi che fondano sui commerci internazionali, la stabilità dell’ordine internazionale e la risoluzione delle crisi che mettono a rischio il sistema globalizzato e le sue dinamiche la loro cooperazione. I rapporti tra Bruxelles e Tokyo sono floridi soprattutto in campo economico: l’Economic Partnership Agreement siglato nel 2019 è ad oggi il più grande accordo commerciale siglato dall’Ue, in quanto sommate Europa e Giappone rappresentano il 30% del Pil e il 40% del commercio globale, vivendo di export e apertura al mondo. Un’apertura che è di per sé potenzialmente messa a repentaglio dall’attuale ciclo di crisi dell’ordine globale e dalle dominanti tensioni geopolitiche. A essere inscindibili, dunque, sembrano essere piuttosto gli interessi di Tokyo e Bruxelles a evitare che il clima di rivalità internazionale, che si sostanzia anche nei piani di riarmo operati dai Paesi europei e dal Giappone, sfoci in una conflittualità crescente capace di mettere a repentaglio i capisaldi della loro prosperità e della loro proiezione globale. A Giappone e Ue il compito di mettere la nuova partnership al servizio di quelle già esistenti, che contribuiscono a un commercio bilaterale che vale 134 miliardi di euro espandibile solo se, con l’impegno di tutti, la stabilità internazionale sarà preservata.