Duma Boko, le sfide del nuovo presidente del Botswana

Il Botswana ha un nuovo presidente, e la prima transizione di potere del Paese africano dall’indipendenza ne consolida l’immagine democratica. La vittoria dell’Umbrella for Democratic Change , coalizione socialdemocratica di opposizione, alle elezioni del 31 ottobre segna la prima sconfitta dai tempi dell’indipendenza per il Partito Democratico del Botswana e apre la strada della presidenza a Duma Boko, che succede al leader dello storico partito di potere, Mokgweetsi Masisi. Boko, 55 anni, al terzo tentativo dopo due campagne nel 2014 e 2019 è riuscito a guidare l’Udc alla vittoria. L’avvocato laureato all’Università di Gaborone, capitale del Paese, e specializzatosi ad Harvard, da sempre attivo nella sinistra politica del Botswana, Boko è stato portato alla presidenza dall’onda lunga della disaffezione per il Dpb. Le radici di un successo Nel voto di domenica scorsa, la formazione di Masisi ha conquistato solo 4 seggi su 61 dietro i populisti del Fronte Patriottico , il Partito del Congresso del Botswana di stampo ruralista e l'Udc, che con 36 seggi ha ottenuto la maggioranza assoluta. Non ha pagato il tentativo del presidente uscente di ammettere i problemi economici e sociali del Botswana, promettendo un netto cambiamento nella gestione del Paese e dell’economia, dipendente dall’export di diamanti, e di creare opportunità di formazione e lavoro per i giovani. L’elettorato ha invece premiato Boko, nato e vissuto in un Paese che ha visto sempre governato dal Dpb e che lui è riuscito a scalzare con una campagna elettorale condotta villaggio per villaggio in cui, ricorda la Bbc, era solito parlare con i cittadini, ascoltare i loro problemi, trasmettere un’immagine rassicurante. Dopo anni di crisi economica, dovuta al calo della domanda globale di diamanti, e di fronte alle critiche verso il governo uscente, accusato di lassismo e scarsa efficacia nella lotta alla corruzione e alle crescenti disuguaglianze, l’agenda di Boko, che ha promesso posti di lavoro, sussidi e stabilità, è stata premiata. “La gente si è innamorata di lui e questo è il risultato”, ha dichiarato il giornalista Innocent Selatlhwa al podcast Focus on Africa dell’emittente britannica. Una democrazia in salute Boko conquista la presidenza dopo 58 anni e dodici vittorie elettorali consecutive del Dpb, in un’elezione che si è svolta in maniera ordinata e credibile. Da segnalare, in particolare, il messaggio di unità trasmesso da Masisi e Boko in occasione del passaggio di testimone il 1 novembre scorso: “la democrazia è viva qui, la democrazia è in azione", ha detto Boko al termine della cerimonia di transizione elogiando Masisi per aver facilitato e accelerato il passaggio di potere. "Sapevo di avere la responsabilità di assicurarmi che stabilissimo uno standard, perché non abbiamo mai avuto un cambio di governo come un partito diverso che prendeva il potere in questo paese", ha detto in quell’occasione l’ex presidente. Anche gli osservatori della Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale hanno elogiato le istituzioni del Botswana per la regolarità del processo democratico in tutti i suoi passaggi. La prova del governo per Boko Per Boko è ora di affrontare l’onere del governo e di tramutare in realtà le promesse di cambiamento che l’hanno portato alla presidenza. In campagna elettorale aveva sottolineato la volontà di rompere la dipendenza economica del paese dall’export di pietre preziose e di spingere sull’industrializzazione in diversi settori, dall’agroalimentare al farmaceutico, fissando come priorità quella di abbattere una disoccupazione che supera il 27% della forza lavoro e di creare 100mila nuovi posti di lavoro entro il 2025. Una sfida che si preannuncia ardua in un Paese di soli 2,5 milioni di abitanti e in cui la crescita del Pil non è destinata a superare l’1% nell’anno in corso . Inoltre, in campagna elettorale Boko ha promesso di aumentare il salario minimo, sussidiare l’ energia e migliorare i servizi idrici per far fronte alla dura siccità che colpisce la regione. I cittadini del Botswana si sono affidati all’Udc e al suo leader con fiducia e ora chiedono risposte: la prospettiva, per il Paese africano, è che queste richieste e il loro soddisfacimento siano valutate con un quadro politico democratico che può fungere da esempio per altri Stati dell’area. E questa è la novità forse più importante da registrare in una regione in cui molto spesso è il declino della democrazia, e non il suo consolidamento, a fare notizia.

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