Elezioni Usa, i sondaggi ora sanno prevedere l'effetto Trump?

I sondaggi sono uno dei pochi strumenti a disposizione del grande pubblico per tastare il polso dell’elettorato in tempo reale. Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, anche noi abbiamo seguito l’andamento dei sondaggi pubblicando aggiornamenti settimanali basati sulle medie ponderate elaborate dai grandi quotidiani e dai siti di analisi politiche americani. Spesso, tuttavia, soprattutto quando si ha a che fare con un elettorato così variegato come quello statunitense, i sondaggi possono essere inaccurati. Uno degli obiettivi delle medie - come la stessa Supermedia dei sondaggi italiani elaborata ogni settimana da YouTrend - è proprio quello di ridurre il margine di errore, aggregando i risultati di più sondaggi e pesandoli in base a criteri come il bias politico dell’istituto che lo ha realizzato, l’ampiezza del campione e altri. Nonostante ciò, la storia ci insegna che i sondaggi rimangono uno strumento a cui non ci si può affidare per fare previsioni certe. Il New York Times ha calcolato che tra il 1988 e il 2020 i sondaggi americani hanno sbagliato in media di 2,3 punti percentuali. Alle elezioni presidenziali americane del 2016, le rilevazioni su base nazionale furono abbastanza accurate, ma sottostimarono il consenso di Trump in alcuni Stati chiave fondamentali come Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, che si rivelarono decisivi per la sua vittoria finale. Secondo la media dei sondaggi nazionali di FiveThirtyEight - uno dei siti di analisi politiche statunitensi ritenuti più affidabili - nel 2020 Biden avrebbe dovuto vincere il voto popolare con più di 8 punti di vantaggio; alla fine il candidato Dem vinse di 4,5 punti, un margine appena sufficiente a garantirgli la vittoria anche nella maggior parte degli Stati chiave. E quest'anno, quanto saranno affidabili i sondaggi? Il principale errore commesso dai sondaggisti nelle ultime due tornate elettorali è stato quello di sottostimare il consenso relativo a Donald Trump. Diversi studi condotti dopo le elezioni del 2016 attribuirono la colpa di questa sottostima a una sovra-rappresentazione nei sondaggi su base statale degli elettori con un alto livello di educazione - che tipicamente votano in maggioranza per i democratici - e una sotto-rappresentazione degli elettori senza una laurea - tra i quali Trump riscosse grande successo. Nel 2020 la colpa è stata invece attribuita alla scarsa propensione dei supporter di Trump a rispondere ai questionari e all’alta affluenza : i sondaggisti avevano previsto che quest’ultima sarebbe andata a favorire quasi esclusivamente Biden, mentre in realtà i nuovi votanti si divisero molto più eterogeneamente tra i due candidati. Quest’anno i sondaggi vedono Donald Trump e Kamala Harris sostanzialmente appaiati in quasi tutti e sette gli Stati chiave. Guardando alle ultime due tornate elettorali, nei tre Stati del cosiddetto “Blue Wall”, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, le rilevazioni avevano ampiamente sottostimato il consenso in favore di Trump di un margine compreso tra i 3 e i 9 punti percentuali. Un discorso simile vale per la Carolina del Nord, dove nel 2016 e nel 2020 Trump ottenne rispettivamente 6 e 3 punti in più rispetto a quanto previsto dai sondaggi. Più limitati - tra gli 1 e i 2 punti percentuali - invece, gli errori in Georgia e Arizona. Il Nevada è l’unico Stato in bilico dove nel 2016 i sondaggi azzeccarono il risultato, ma nel 2020 sottostimarono Trump di 3 punti percentuali. Secondo il New York Times e il Wall Street Journal, dal 2020 in poi i sondaggisti statunitensi starebbero lavorando intensamente per tentare di correggere questi errori. Entrambi i quotidiani americani - affidandosi anche alle opinioni di accademici ed esperti - sono tuttavia scettici su quanto questi sforzi stiano dando i risultati desiderati. Stando alle loro analisi, quest’anno uno dei problemi potrebbe essere rappresentato dai tanti sondaggi realizzati online, che utilizzano metodologie poco accurate. Un’altro ostacolo all’accuratezza dei sondaggi potrebbe essere l’aumento dei consensi dei repubblicani tra gli elettori neri e di origine ispanica, poiché nonostante i sondaggi stiano rilevando lo spostamento di preferenze di voto tra questi elettori, sarà difficile determinare quanti effettivamente si recheranno alle urne, poiché si tratta di due gruppi etnici tra i quali l’affluenza è inferiore rispetto alla media. Lo stesso discorso vale per le donne che popolano le periferie delle città, apparentemente sempre più intenzionate a supportare Harris in nome del diritto all’aborto. Per questi motivi, alcuni analisti sono convinti che anche quest’anno i sondaggi si riveleranno poco accurati, ma è difficile dire se stiano sovrastimando Trump o Harris.

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