“Il mondo ha perso il cuore”, come leggere l’enciclica di Papa Francesco

Dilexit nos, ci ha amati. Papa Francesco dedica la sua quarta enciclica all'amore umano e divino. Il mondo sembra aver perso il cuore scrive Francesco e per questo e da questo parte per mettere su carta la sua quarta enciclica: con l’amore di Cristo, “diventiamo capaci di tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune”, ampliando l'invito fatto nelle sue encicliche sociali "Laudato si’" e "Fratelli tutti". E davanti al Cuore di Cristo chiede “di avere ancora una volta compassione di questa terra ferita " affinché il mondo, “che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socioeconomici, il consumismo e l’uso antiumano della tecnologia, possa recuperare ciò che è più importante e necessario". Qui in queste poche righe c’è tutto il magistero di Bergoglio, i suoi temi: la pace, la povertà, l’uso della tecnologia, l'attenzione alla terra ferita. Ritornare al cuore, riscoprirlo è l’unica strada scrive, mentre sono in corso per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque le celebrazioni che si chiuderanno il 27 giugno 2025. “È dal cuore che il mondo può cambiare” Dopo "Lumen fidei", scritta nel 2013 a quattro mani con Benedetto XVI, "Laudato si'"nel 2015 e Fratelli tutti nel 2020, la nuova enciclica di Papa Francesco è aperta da un’introduzione e divisa in cinque capitoli. Nel primo Bergoglio analizza in maniera puntuale cosa si intenda con "cuore". Per la Bibbia un nucleo “che sta dietro ogni apparenza". Per il Pontefice è necessario riconoscere il cuore come identità: qualcosa che distingue e configura: è dal cuore che il mondo può cambiare. La preparazione del documento era stata annunciata al termine dell’udienza generale il 5 giugno scorso. Uno degli obiettivi del testo corposo e intimo è “scoprire che quanto è scritto nelle encicliche sociali non è estraneo al nostro incontro d’amore con Gesù Cristo, perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune”. Si tratta quindi di un testo di forte impegno sociale e civile a favore dell’ecologia integrale e della fratellanza, ma non si può ridurre "Dilexit nos" a fondamento, il Santo Padre vuole realmente favorire una riscoperta dell’amore di Dio a partire dal suo cuore. Del resto, scrive il Santo Padre "oggi tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro". Ma ecco che, chiarisce nel testo, "l’amore di Cristo è fuori da questo ingranaggio perverso e solo lui può liberarci da questa febbre in cui non c’è più spazio per un amore gratuito. Egli è in grado di dare un cuore a questa terra e di reinventare l’amore laddove pensiamo che la capacità di amare sia morta per sempre". La struttura dell’Enciclica 220 paragrafi brevi, 5 capitoli, dedicati proprio all’importanza del cuore: “Gesti e parole d’amore” , “Cuore che ha tanto amato” , “l’Amore che dà da bere” e lo scambio di “Amore per amore” . Si ritrovano tra le pagine tanti richiami alla spiritualità gesuitica, in cui il Sacro Cuore è centrale, ma non mancano nemmeno aspetti della vita familiare, come ci ha abituato Papa Francesco, immagini domestiche e quotidiane. “Penso all’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne – scrive il Papa. È quel momento di apprendistato culinario, a metà strada tra il gioco e l’età adulta, in cui si assume la responsabilità del lavoro per aiutare l’altro”. In una società che vede moltiplicarsi “varie forme di religiosità senza riferimento a un rapporto personale con un Dio d’amore”, mentre il cristianesimo spesso dimentica “la tenerezza della fede, la gioia della dedizione al servizio, il fervore della missione da persona a persona”, Papa Francesco propone dunque un nuovo approfondimento sull’amore di Cristo. La preghiera finale La capacità di amare morta, il cuore perso, parole forti quelle di Papa Francesco, che però lascia aperta la speranza. Dilexit Nos infatti si conclude con una preghiera perché scorrano, si legge, " fiumi di acqua viva per guarire le ferite che ci infliggiamo, per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno". Un mondo che oggi con la violenza e le guerre appare lontano, sfumato, la pace per tutti è il desiderio di Francesco e lo ripete spesso: la guerra è sempre una sconfitta, uno spreco di umanità.