Zelensky alla Casa Bianca: il Piano per la Vittoria e l’ombra di Trump

La guerra contro la Russia entra in una fase critica per l’Ucraina e il presidente Volodymr Zelensky vola negli Usa per chiedere un rafforzamento del sostegno a Kiev. Dopo aver parlato ieri sera di fronte ai capi di Stato e di governo riuniti al Palazzo di Vetro per l’Assemblea Generale dell’Onu, il presidente ucraino vedrà oggi alla Casa Bianca Joe Biden e la sua vice Kamala Harris, ai quali presenterà il “piano per la vittoria” dell’Ucraina da lui elaborato. Zelensky si farà portatore delle strategie necessarie per raggiungere quella “pace giusta” di cui ha parlato all’Onu e che a suo avviso passa per la vittoria militare sulla Russia, il fallimento definitivo dell’aggressione di Vladimir Putin e il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Le indiscrezioni sul piano si sono moltiplicate nelle ultime giornate. Secondo le fonti più accreditate Zelensky chiederà alla Casa Bianca il via libera per gli attacchi a lungo raggio sul suolo russo con armi americane, il sostegno a una spedita integrazione dell’Ucraina nella Nato e un ulteriore rafforzamento del sostegno militare e finanziario. Settimane decisive per l’Ucraina Il presidente ucraino intende far leva sul rapporto personale con Biden per spingerlo a “fare la storia” negli ultimi mesi del suo mandato ponendo le premesse per la vittoria di Kiev. Ma sulla reale possibilità di un pieno successo ucraino i dubbi si moltiplicano. Con il Donbass sotto costante pressione dell’avanzata russa e l’oblast di Kursk interessato dal contrattacco di Mosca, la situazione per l’Ucraina è critica. In quest’ottica, tra le cancellerie comincia a circolare la convinzione che una soluzione negoziale per il conflitto sarà, prima o poi, inevitabile. Zelensky ha presentato il suo piano come “un ponte verso una via d'uscita diplomatica per fermare la guerra". Ma, nel concreto, si tratta di una richiesta d’aiuto all’Occidente che non offre nessuno spazio, nel breve periodo, a un negoziato con Mosca finché la situazione non si sarà riequilibrata a favore di Kiev. Il New York Times osserva che in una serie di richieste che non rappresentano, prese singolarmente, elementi di novità, a fare la differenza è il clima d’urgenza che avvolge il viaggio del leader di Kiev oltre Atlantico: “Zelensky mira a migliorare la posizione negoziale del suo paese prima di qualsiasi possibile colloquio con Mosca. Per ora, ciò significa invertire la dinamica sul campo di battaglia, dove le forze di Kiev hanno perso costantemente terreno rispetto alle truppe russe quest'anno”. E Zelensky chiede che un consistente rafforzamento dell’aiuto americano si materializzi già dalle prossime settimane, prima delle elezioni presidenziali che potrebbero riportare Donald Trump alla Casa Bianca. Trump e Vance preoccupano Zelensky Nonostante gli annunci dei giorni scorsi, alla fine Zelensky non vedrà il candidato repubblicano alla Casa Bianca. La distanza tra l’ex presidente e il capo di Stato ucraino sul futuro del conflitto e i suoi possibili esiti è notevole: ieri Trump ha affermato in un comizio in Georgia di ritenere Zelensky “il più grande venditore della storia: ogni volta che arriva in America, torna a casa con 60 miliardi”. Inoltre, il suo candidato vicepresidente J. D. Vance aveva dichiarato pubblicamente di ritenere accettabile una pace tra Russia e Ucraina che comportasse concessioni territoriali e l'abbandono dell’obiettivo di adesione alla Nato da parte di Kiev. Inoltre, nelle scorse settimane Trump ha rifiutato di rispondere, nel dibattito con Kamala Harris, a una domanda circa il suo effettivo sostegno a una piena vittoria dell'Ucraina. Nel frattempo, spingendo per la richiesta di ulteriori aiuti agli Usa il capo di Stato ucraino mira a premunirsi in vista di un difficile inverno in cui Mosca intende rafforzare la pressione sulle unità militari, le infrastrutture energetiche e le città ucraine per spezzare la volontà di resistenza degli ucraini. E, soprattutto, in vista di stravolgimenti politici oltre Atlantico che ne potrebbero condizionare la capacità di combattere sul medio-lungo periodo. La risposta di Biden alla richiesta di aiuto dell’alleato est-europeo, in una fase in cui Washington è cauta sul via libera ai raid di Kiev, condizionerà il percorso che il suo successore dovrà seguire dopo le elezioni di novembre. E permetterà di capire in che misura Washington, a quasi tre anni dall’invasione russa, sia ancora disposta a sostenere Kiev con la convinzione mostrata fino ad ora.

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