Lula e Biden all’Onu: due visioni del mondo a confronto

L’ordine globale e il multilateralismo hanno un futuro in un’epoca competitiva come mai dalla fine della Guerra Fredda? Questa domanda, che riecheggia tra le delegazioni presenti alla 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in corso in questi giorni a New York è stata al centro dei discorsi di Joe Biden e Luis Inacio Lula da Silva, grandi protagonisti della sessione di interventi al Palazzo di Vetro. Ma se l’interrogativo e le molte preoccupazioni che esso comprende sono comuni, le risposte suonano diametralmente opposte. Il presidente americano uscente e l’omologo brasiliano hanno espresso due visioni del sistema globale che riflette le aspirazioni dei rispettivi governi e della loro platea di riferimento. Per Biden, il discorso a New York è stato una sorta di congedo dalla scena globale. Un’occasione per fondere riferimenti personali e visioni sulla grande strategia degli Usa e dell’Occidente mandando un messaggio chiaro: il multilateralismo è vivo e lotta, l’ordine globale può avere ancora un perno nei valori democratici e liberali, anche perché Washington intende presidiarne l’attuazione. Nel rivolgersi alla platea, il presidente americano ha elencato i successi raggiunti nel corso del suo mandato, associati ad altrettante dimostrazioni di vitalità del sistema globale: “Abbiamo voltato pagina sulla peggiore pandemia del secolo. Ci siamo assicurati che il COVID non controllasse più le nostre vite. Abbiamo difeso la Carta delle Nazioni Unite e garantito la sopravvivenza dell'Ucraina come nazione libera. Il mio Paese ha fatto il più grande investimento in clima ed energia pulita di sempre”. Biden ha quindi citato sfide comuni su cui Washington può indicare la rotta alle altre nazioni: dalla gestione dell’intelligenza artificiale ai cambiamenti clmatici e la risoluzione dei conflitti aperti, primi fra tutti le guerre in Sudan e a Gaza. Un discorso, quello del capo di Stato Usa, da cui traspare la necessità di consolidare le basi di un sistema di relazioni internazionali i cui pilastri restano le istituzioni plasmate dopo la Seconda guerra mondiale, su principale iniziativa americana. Proprio l’efficacia di questa architettura è invece messa in dubbio da Lula. Il quale nel suo intervento si è presentato come già in passato come il portavoce del “Sud Globale”. Nel suo discorso, il presidente brasiliano ha invocato la necessità di un multilateralismo capace di includere anche le potenze non direttamente alleate all’area euro-atlantica, nella consapevolezza che quelle che per Biden sono state le luci del sistema multilaterale oggi vivente, per Lula, invece, ne hanno manifestato l’incompletezza. Le differenze tra Lula e Biden Sul fronte della lotta alla pandemia, ricorda Lula, “nemmeno dopo la tragedia del COVID-19 siamo riusciti a unirci per un Trattato sulle pandemie presso l'Oms”, mentre le guerre in Ucraina e a Gaza, a suo avviso, hanno manifestato “l’’allarmante escalation delle controversie geopolitiche e delle rivalità strategiche” che ha portato a un numero record di conflitti dal secondo dopoguerra. Biden invita a sostenere l’Ucraina fino alla vittoria sul campo di battaglia, Lula ricorda che “nessuna delle due parti riuscirà a raggiungere tutti i propri obiettivi con mezzi militari”. Su Gaza, Biden ha tenuto un atteggiamento bilanciato tra sostegno a Israele e condanna delle violenze contro i civili, Lula ha invece tirato un affondo: “il diritto alla difesa – ha detto - si è trasformato in diritto alla vendetta, che impedisce un accordo per la liberazione degli ostaggi e posticipa il cessate il fuoco”. Infine, sull’ambiente il capo di Stato brasiliano ha indicato il suo Paese come un modello per la gestione dei cambiamenti climatici, ricordando che in settori come l’idrogeno e i biocarburanti il Brasile sta emergendo come “fonte di opportunità in un mondo rivoluzionato dalla transizione energetica”. Rivolgendosi a tutti coloro che ambiscono ad una riforma dell’attuale ordine internazionale, Lula ha invocato la necessità di plasmare un vero multilateralismo aggiornando trattati scritti quando “molte nazioni, soprattutto nel continente africano, erano sotto il dominio coloniale e non avevano voce in capitolo sui loro stessi obiettivi e aspirazioni", chiedendo esplicitamente seggi permanenti al Consiglio di Sicurezza per America Latina e Africa e invitando forum come il G20 e i BRICS a farsi promotori della riforma. Leader esperti, dotati di una visione ad ampio raggio sugli scenari globali e fautori di un dialogo tra potenze per risolvere le crisi globali, Lula e Biden hanno fornito risposte diverse a un problema comune: risolvere le crisi che perturbano l’ordine internazionale e stemperando la competizione globale tra potenze. Sfida risolvibile solo se le due platee di riferimento, quella del discorso di Biden e quella a cui punta Lula troveranno un terreno comune.