Due anni di Carlo, interrogativi e fragilità di un Re e del suo Regno

LONDRA - La monarchia britannica sotto Carlo III è un po’ il segno dei tempi: piena di incertezze, come carico di incertezze appare il futuro del suo Regno. Con la morte di Elisabetta II, avvenuta nel primo pomeriggio dell’8 settembre 2022, si è chiusa una lunghissima fase in cui il Regno Unito è passato da essere il centro dell’Impero più grande nella Storia dell’umanità, a una nazione moderna, primus inter pares all’interno del Commonwealth. Ma la “Global Britain” post Brexit sembra aver perso un bel po’ del proprio smalto e assomiglia a un personaggio in cerca di autore. La malattia Diciamocelo: Carlo non è un sovrano fortunato. L’ex “Principe dei record” - come lo definì una volta il Time, sottolineando la sua attesa, lunga ben 70 anni, prima dell’ascesa al trono - a 8 mesi dalla sua incoronazione ha dovuto affrontare la malattia. Ha innanzitutto annunciato, in maniera del tutto inedita, che si sarebbe dovuto sottoporre a un intervento chirurgico alla prostata, mandando in frantumi quella assoluta riservatezza che sua madre, Elisabetta, aveva sempre sfruttato anche per mantenere quel senso di sacralità e mistero che ha sempre circondato la Corona. Carlo no. Chissà quanto costretto da un mondo fatto di social network e telefoni smart pronti subito per una foto, ha deciso di condividere la sua esperienza coi sudditi, perché servisse a sensibilizzare sul tema della prevenzione. E non ha nascosto neanche l’annuncio ben più preoccupante di avere il cancro. Non sappiamo di che tipo e di che gravità sia, ma sappiamo che il sovrano, ormai prossimo a compiere 76 anni, è sotto cure chemioterapiche. Cure che lo hanno costretto a limitare di molto le sue apparizioni pubbliche, che comunque, dopo una pausa, sono riprese. Lo abbiamo visto, ad esempio, alle celebrazioni, sia Inghilterra che in Francia, per l’80esimo anniversario del D Day, lo sbarco in Normandia, e sotto una pioggia battente al Trooping the Colour, la parata militare che celebra il compleanno ufficiale del sovrano. Le tensioni familiari Ben lungi dall’attenuarsi sotto la sua guida, i problemi della Royal Family, in questi due anni senza Elisabetta, sono andati acuendosi. Già a partire dalla morte della sovrana. Quel giorno Harry arrivò al castello di Balmoral da solo – Carlo, raccontano i biografi reali, si era opposto alla presenza di Meghan - alle 20 di sera. Ripartì la mattina seguente. E da solo partecipò anche, nel maggio del 2023, all’incoronazione del padre, relegato in terza fila: non solo dietro al fratello William e alla sua famiglia, ma anche dietro a zia Anna. Tra le due date epocali, due episodi che sicuramente a Carlo e a tutta la famiglia hanno reso il sangue amaro: l’uscita del documentario su Netflix del Duca e la Duchessa di Sussex e poi l’autobiografia di Harry, Spare. Un volume che fa a pezzi l’immagine dell’amore di una vita del sovrano: Camilla. Ma se i colpi bassi nei confronti della Regina potevano essere in qualche maniera prevedibili, molto meno lo sono stati quelli all’indirizzo di William e ancora meno quelli per Kate, sempre vista come il ritratto della perfezione. Il tumore di Kate I sudditi non hanno mai avuto dubbi da che parte stare . A maggior ragione si sono stretti intorno al sovrano e alla Principessa di Galles ora che entrambi stanno lottando contro il cancro. La notizia della malattia di Kate è stato decisamente il momento più scioccante per la Corona in questo 2024. Che non è in salute, come non appare in salute il Regno. La svolta laburista Il 4 luglio scorso si sono tenute le elezioni. A vincerle è stato il partito laburista guidato da Keir Starmer. Hanno così avuto fine 14 anni di governi conservatori, segnati dal referendum sulla Brexit al tempo di David Cameron, dallo stallo nelle trattative con l’Europa con Theresa May, da una serie di scandali sotto il premier Boris Johnson, da un disastro economico che ha reso il governo di Liz Truss il più breve della storia del Regno Unito. Fino ad arrivare a Rishi Sunak, il primo premier di origini indiane e fede induista. Il governo Starmer deve affrontare tutta una serie di problemi di carattere economico-sociale. E i disordini alimentati dall’estrema destra all’inizio di agosto sono stati un assaggio. Ciò che preoccupa di più il primo ministro è la condizione dei conti pubblici. Starmer ha denunciato il fatto che i conservatori avrebbero lasciato un buco di circa 30 miliardi di sterline sconosciuto anche agli organi di vigilanza. Per questo motivo il premier ha già avvisato i britannici: le cose andranno peggio, prima di andare meglio.