Usa, Hunter Biden si dichiara colpevole di evasione. Procuratori contro il patteggiamento

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Pochi minuti prima dell’inizio del processo a Los Angeles, il figlio del presidente degli Stati Uniti ha cambiato posizione nel tentativo di evitare una condanna piena per l’accusa di aver sottratto al fisco 1,4 milioni di dollari tra il 2016 e il 2019. Resta da capire se il giudice Mark Scarsi, nominato da Trump, accetterà o meno l’accordo: in questo caso la decisione passerà alla giuria. In aula i procuratori che rappresentano il Dipartimento di Giustizia si sono già opposti

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Colpo di scena in aula a Los Angeles dove Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, si è dichiarato colpevole del reato di evasione fiscale. Mezz'ora prima dell’inizio di uno dei processi che lo vedono imputato, il secondogenito dell’attuale capo della Casa Bianca ha cambiato posizione nel tentativo di giungere, tramite patteggiamento, ad una pena più lieve. Dalla Procura della California Hunter Biden è accusato di aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari tra il 2016 e il 2019, soldi spesi in “droga, escort, sex club, hotel, auto di lusso e altri oggetti di natura personale”. Per i reati contestati, nove in tutto di cui 3 gravi, il 54enne rischia fino a 15 anni di carcere senza - peraltro - contare su un’eventuale grazia concessa dal padre. Dopo l’uscita di scena dalla corsa per la rielezione, per Joe Biden calano i rischi di danni collaterali per un eventuale dibattimento che potrebbe aggravare la posizione del figlio.

Procuratori: “No al patteggiamento”

In attesa di capire se il giudice Mark Scarsi, nominato dall’ex presidente Donald Trump, accetterà l’accordo o passerà la decisione alla giuria, i procuratori che in aula rappresentano il dipartimento di Giustizia si sono opposti alla richiesta di patteggiamento. Hunter Biden è alla sbarra anche per un altro processo, questa volta nel Delawere, dove è accusato di aver acquistato un’arma mentendo sul fatto che faceva uso di droghe. Per quel capo di imputazione, Biden si è detto non colpevole ma la giuria è di parere opposto: la sentenza è attesa per il 13 novembre.

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