Aumenta la fame nel mondo, l'effetto di guerre e crisi economico-climatiche

L’obiettivo di porre fine alla povertà estrema e alla fame entro il 2030 – uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, adottati nel 2015 – sembra sempre più irraggiungibile. A complicare le cose sono il moltiplicarsi di guerre, crisi economiche e l’aggravarsi dei cambiamenti climatici. Negli ultimi anni la fame cronica è rimasta un fenomeno diffuso, mentre sempre più persone sono a corto di cibo o hanno difficoltà a procurarselo. A sostenerlo è lo State of Food Security and Nutrition in the World, un rapporto congiunto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura , del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo , del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia , del Programma alimentare mondiale e dell’Organizzazione mondiale della sanità , secondo cui lo scorso anno il numero delle persone che soffrono la fame è aumentato in Africa, è rimasto stabile in Asia e si è ridotto in America Latina e ai Caraibi. Complessivamente, secondo lo studio, nel 2023 circa 733 milioni di persone hanno sofferto la fame: una persona su 11. E la situazione è particolarmente preoccupante in Africa dove questo rapporto passa a una persona su cinque. Il mondo ha più fame rispetto al passato Presentato in occasione del prossimo vertice del G20 in Brasile, il rapporto sostiene la necessità di riformare mezzi di finanziamento e sistemi finalizzati a garantire la sicurezza alimentare e a contrastare la fame nel mondo. La situazione è peggiorata drasticamente con la pandemia di Covid-19, tra il 2020 e il 2021, e da allora è rimasta stabile. Ma se le tendenze attuali continueranno, entro la fine del decennio, circa 582 milioni di persone saranno cronicamente denutrite, metà delle quali in Africa. “Oggi ci troviamo in una situazione peggiore rispetto a nove anni fa, quando abbiamo lanciato l'obiettivo di sradicare la fame entro il 2030” ha affermato David Laborde, economista della Fao e uno degli autori del rapporto. “Penso che potremmo fare di meglio per mantenere la promessa di vivere su un pianeta in cui nessuno soffra la fame”. Dieta sana irraggiungibile per molti Il rapporto, redatto dall'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura con sede a Roma, dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo delle Nazioni Unite, dal Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia , dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal Programma alimentare mondiale, afferma che nel 2023 un'alimentazione sana non sarà alla portata di oltre un terzo della popolazione mondiale. Le stime aggiornate mostrano infatti che lo scorso anno il 71,5% delle persone nei paesi a basso reddito non poteva permettersi una dieta sana, rispetto al 6,3% nei paesi ad alto reddito. Sebbene le carestie siano facili da individuare, gli effetti di una cattiva alimentazione a lungo termine possono avere un impatto negativo sullo sviluppo fisico e mentale di neonati e bambini e rendere gli adulti più vulnerabili a infezioni e malattie. “Per questo – ha affermato Laborde - per raggiungere la sicurezza alimentare è necessario qualcosa di più della semplice "distribuzione di sacchi di riso in situazioni di emergenza”. Il Brasile lancia un'iniziativa globale Altrettanto cruciale, secondo gli esperti, è fornire assistenza ai piccoli agricoltori e garantire energia nelle aree rurali, in modo da poter elettrificare i sistemi di irrigazione. Secondo le stime attuali, per sradicare la fame entro il 2030 sarebbero necessari almeno 160 miliardi di euro e che i donatori, le agenzie internazionali e le associazioni locali dovrebbero coordinarsi meglio per evitare “una proliferazione eccessiva di attori che realizzano per lo più progetti di piccole dimensioni e a breve termine”. In vista del vertice del G20 di novembre, il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva ha presentato un'iniziativa per un’alleanza globale contro la fame: "La fame non è solo il risultato di fattori esterni, ma soprattutto di decisioni politiche. Oggi il mondo produce cibo più che sufficiente per sradicarla. Ciò che resta da fare è creare le condizioni per l'accesso al cibo", ha detto Lula. L’iniziativa, presentata ai membri del G20, verrà lanciata ufficialmente durante il vertice del 18 e 19 novembre ed è aperta a tutti i paesi che vorranno partecipare.