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Cavi danneggiati nel Mar Rosso, ecco perché sono strategici per Internet ma vulnerabili

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È giallo su chi è stato a danneggiare alcuni cavi sottomarini per le telecomunicazioni nello Stretto di Bab el Mandeb: i media israeliani accusano gli Houthi di sabotaggio, ma loro smentiscono. Quello degli attacchi a queste strutture - tanto insostituibili quanto fragili - è un tema rilevante, visto che da esse dipende una parte importante del traffico Internet. Se n’è parlato nell’ultima puntata di Numeri, l’approfondimento di Sky TG24

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Nel Mar Rosso sono stati danneggiati alcuni cavi sottomarini per le telecomunicazioni. È giallo su chi è stato. I media israeliani accusano gli Houthi di sabotaggio, ma loro smentiscono. Il danneggiamento riguarderebbe tre cavi della rete nello Stretto di Bab el Mandeb (che in arabo significa Porta delle lacrime), quello che collega il Mar Rosso con l'Oceano Indiano. Avrebbe provocato problemi di connessione internet in alcuni Paesi del Golfo e in India, ma non di particolare rilevanza. Tuttavia quello degli attacchi ai cavi sottomarini è un tema rilevante, visto che da essi dipende una parte importante del traffico Internet. Di questo si è parlato nell’ultima puntata di Numeri, l’approfondimento di Sky TG24.

L’importanza dei cavi nel Mar Rosso

Il Mar Rosso, come ricorda un articolo di Wired del 2022, è il luogo più vulnerabile di tutta Internet nel mondo. Il motivo? Lì sono concentrati tutti i cavi della dorsale che dall’Europa va verso l’Asia ed è un punto particolarmente nevralgico perché è piuttosto semplice danneggiarli. È risaputo, poi, che queste strutture sono piuttosto fragili e non è semplice proteggerle o costruirle in modo che possano resistere a certi attacchi.

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I danneggiamenti ai cavi sottomarini non sono una novità

Peraltro, i danneggiamenti a questi cavi non sono una novità. Considerando gli ultimi due anni e la sola Europa, sono diversi i casi di danni a infrastrutture sottomarine (sia gasdotti sia fibra ottica). Il caso più clamoroso è stato quello del Nord Stream, tra Svezia e Polonia, nel settembre del 2022. Ma ogni anno ci sono più di un centinaio di danneggiamenti di cavi sottomarini di fibra ottica.

Chi è stato?

In tutti i casi, comunque, la domanda è sempre la stessa: chi è stato? Di solito i pescherecci e le navi che buttano l’ancora rappresentano la causa maggiore. Poi ci sono le cause naturali. Poi c’è un 10% di cause umane non meglio specificate. Gli Houthi nelle scorse ore hanno smentito di essere stati loro a tranciare i cavi, ma non si può mai sapere.

Cavi strategici, insostituibili e vulnerabili

Questi cavi, è da sottolineare, sono insostituibili. Guardando solo agli Usa, oltre il 99% di Internet si affida ai cavi in fibra ottica. Parliamo, ovviamente, delle dorsali di Internet. Come detto, poi, sono vulnerabili e fragili: intelligence e forze armate hanno già preso in considerazioni scenari che coinvolgerebbero queste strutture sottomarine se ci fosse un’escalation bellica su più larga scala. Tra le proposte c’è quella di farne molte di più, di renderle ridondanti, in modo che poi sia più complicato togliere i servizi di Internet tranciando un cavo solo. Le grandi società tecnologiche, intanto, stanno realizzando propri cavi. Queste strutture sottomarine, da cui dipende l’Internet che usiamo tutti i giorni, è un tema a cui non pensiamo spesso: questi attacchi ci ricordano quanto siano strategiche, soprattutto in quell’area.